Porto Azzurro: svelato il mistero de La Rossa. La sabbia bianca viene da una cava sarda

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spiaggia della pelosa

Secondo la regione Toscana sono questi i ripascimenti sostenibili?

Un articolo  (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/la-rossa-la-pelosa-and-la-cava-di-budduso-ca2dwdxu) a firma Mauro Pili pubblicato su l’Unione Sarda, spiega magistralmente la vicenda del ripascimento della spiaggia portuale La Rossa di Porto Azzurro, svelando anche le comiche contraddizioni  e le mezze bugie e le mezze verità diffuse in queste giorni a piene mani dall’eterno sindaco di Porto Azzurro Maurizio Papi e riprese acriticamente come sabbia aurifera colata dai suoi corifei, dai suoi fan politici e da qualche media “alternativo”.

La vicenda sta in poco spazio, riassunto nella determina n. 73 dell’area tecnica del Comune di Porto Azzurro (in allegato) che affida la riprofilatura di 4 piccole spiagge a due ditte. Quella de La Rossa tocca all’Eurit, multinazionale notissima a Porto Azzurro, dove – nonostante la valutazione di impatto ambientale negativa – sta smantellando la cima di una collina per ampliare la miniera di caolino de La Crocetta.

Tutte le confusionarie dichiarazioni fatte dal sindaco Papi per giustificare la ricopertura di una spiaggia rossa con sabbia bianca possono essere riassunte in una frase detta da un sindaco che disprezza le caratteristiche del suo stesso territorio: «Di rosso, quella spiaggia non ha mai avuto niente. E’ sempre stata una spiaggia brutta e con tanti sassi».  Ma, nonostante lo stesso Papi ammetta che La Rossa era formata da sassi e sabbia non certo bianca, la determina dice che può essere riprofilata solo sotterrandola sotto uno strato di 210 tonnellate di sabbia bianca e che. ammette Papi, si tratta «sabbia che viene dalla Sardegna, da una cava di Buddusò, la stessa utilizzata per i ripascimenti della spiaggia di Stintino», che però sarebbe l’unica ad avere la granulometria inferiore ai 2 millimetri adatta al risascimento di una spiaggia che – secondo quanto dice lo stesso sindaco – madre natura e la geologia avevano fatto nei millenni con materiali del tutto diversi.

Quindi, la famosa sabbia di Stintino – dopo che il primo cittadino di Stintino ha smentito di aver mai dato sabbia al suo collega di Porto Azzurro – diventa la sabbia della cava di Buddusò: «la stessa utilizzata per i ripascimenti della spiaggia di Stintino». Ma c’è un problema: come scrive l’Unione Sarda, il sindaco di Porto Azzurro cita «un ripascimento a Stintino, finito a maggio dello scorso anno in un’inchiesta giudiziaria, con tanto di sequestro della spiaggia».

Questo inverecondo pasticcio cromatico, geologico e politico è stato reso possibile da un finanziamento di 24.000 euro per la riprofilatura delle spiagge del  Moletto, Mola, Via Vitaliani, Largo Andreani e La Rossa a Porto Azzurro, nell’ambito del  primo stralcio del Documento operativo per la costa 2021 approvato dalla giunta regionale della Toscana a fine marzo. In tutto 12 interventi nelle coste e sulle isole toscane che il presidente della Regione Eugenio Giani ha definito «di ripristino» e che a Porto Azzurro si sono trasformati nel completo stravolgimento di una spiaggia e della sua natura.

Allora, l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni, ebbe a dire: «Il Documento Operativo vuol dare una risposta alle richieste dei territori più colpiti dall’erosione costiera e dagli eventi che hanno interessato ampi tratti del litorale toscano lo scorso inverno. Ma soprattutto è la conferma dell’impegno a voler affrontare questa tematica in modo concreto. Il lavoro non termina con questa delibera, ma prosegue con le attività delle commissioni tecniche che hanno il compito di trovare soluzioni strutturali a questo fenomeno che in questi anni si è accentuato con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici. Pertanto è necessario affrontarlo non soltanto con interventi spot, ma con una visione generale e strutturale».

Conoscendo la sensibilità dell’assessora Monni per la sostenibilità ambientale le rivolgiamo quindi – in qualità di Ente pagatore – alcune domande che valgono anche per gli altri attori istituzionali che sono rimasti stranamente silenti sia di fronte alle strampalate e contraddittorie dichiarazioni del sindaco Papi che davanti a un ripascimento artificioso e stravolgente che non ha niente del ripristino citato dal presidente Giani:

1       La Regione Toscana pensa che sia sostenibile prendere della sabbia bianca in una cava in Sardegna, portarla via Mare a Portoferraio e poi via camion a Porto Azzurro per scaricarla su una spiaggia di sassi e sabbia rossastri?

2       La Regione Toscana pensa che interventi come questi siano in linea con la visione generale strutturale e di lotta ai cambiamenti climatici richiamata dall’assessora Monni? Non sembra più – viste anche le dichiarazioni contraddittorie e da imbonitore del sindaco – uno di quegli interventi spot che l’assessora vorrebbe assolutamente evitare?

3       Cosa intendono fare l’Assessora regionale (e gli altri enti interessati) per evitare che in futuro si ripetano pasticci e vicende ridicole di questo tipo? Oppure anche il prossimo ripascimento di una spiaggia portuale teoricamente non balneabile (e non è la sola) lo andremo a fare prendendo la sabbia della cava di Buddusò?  E’ cosi che si intendono «combattere definitivamente i fenomeni erosivi»?

A febbraio l’assessora Monni ha annunciato la convocazione di una task force permanente per «Individuare le attività necessarie per combattere il fenomeno dell’erosione costiera, che rischia di provocare danni importanti alle imprese del settore turistico balneare».