Premio Belluno/Cortina Artista dell’anno 2021 Marcello Jori

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a cura di Renato Barilli

Cortina, Hotel Victoria (7-22 agosto)

orario fino a domenica 22 agosto:

tutti i giorni 10.00-20.00

Belluno, Museo di Palazzo Fulcis (8-30 agosto)

orari fino a domenica 30 agosto:

da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30

sabato, domenica e festivi 10.00 – 18.30

nel giorno di lunedì e il giovedì pomeriggio chiuso

Il Premio, rinato dopo le magnifiche sette puntate dei primi anni duemila, sta seguendo un percorso rovesciato, per cui due anni fa si era rivolto a una coppia di giovani protagoniste, Marinangeli e Placucci. Poi era stato assegnato a un protagonista della generazione di mezzo, Bruno Benuzzi (1951), Quest’anno si replica con un suo quasi coetaneo, Marcello Jori (1952), ma i profili dei due artisti non potrebbero essere più diversi. Jori può essere considerato come un grande traduttore da un linguaggio a un altro. Era partito negli anni ’70 quando era caduto in disgrazia il pennello a vantaggio della fotografia, infatti egli visitava i dipinti dei grandi pionieri del contemporaneo, da Klee a Warhol a Lichtenstein, dando loro una quasi-verità con ricorso alla foto, come trasferendoli dal virtuale al reale.

Ma poi aveva pensato che in definitiva pure la fotografia fa uso di viraggi, di inchiostri, e allora aveva lasciato che questi fluissero via dai loro spazi, come strisce policrome, quasi per un ritrovato effetto informale. Una successiva riflessione ha portato Jori a dirsi che in definitiva al giorno d’oggi le immagini sono costituite di “tessere” che non per nulla sono dette anche “mosaico elettronico”, fatte di minime celle cromatiche, i cosiddetti pixel, picture elements, piccoli diedri da incastrare tra loro, come fossero diamanti, pietre preziose. Infatti, Jori le chiama gioie, e ne costituisce come un prezioso forziere.

Questi pixel a loro volta sono pronti a ingrandirsi, determinando tanti diedri, tanti abitacoli, come del resto succede proprio nei nostri televisori, quando l’immagine si sgrana e si muta in una pavimentazione a piastrelle larghe, o almeno, così apparirebbe, a un insetto che si trovasse a zampettare su quel magico lastricato. Però quei diedri possono farsi accoglienti, come ostriche, ospitare al loro interno a loro volta delle immagini. Da questo momento Jori inverte il suo movimento, tende cioè a ricostruire le forme, e in particolare i profili dei grandi artisti del nostro tempo. Succede come quando cerchiamo di leggere i profili dei monti e di identificarli con persone note. Del resto, Jori è un mago delle arti grafiche, distintosi anche come fumettista Nell’ultima delle sue metamorfosi si rivolge addirittura al re di tutti i balocchi, a Pinocchio, ricreandone in mille guise le forme, consentendoci quindi di rituffarci nel paradiso di un’infanzia ritrovata.