Proietti Uil: Pensioni, persi da 2011 oltre 1.000 euro annui

0
69

ROMA – I pensionati hanno perso a causa dei blocchi sulla rivalutazione rispetto all’inflazione negli ultimi
9 anni, tra il 2011 e il 2020, tra i 1.000 euro per gli assegni di poco superiori a tre volte il minimo fino a 8.000 euro annui per quelli tra le 9 e le dieci volte il trattamento minimo. Il calcolo arriva dalla UIL – Unione Italiana del Lavoro alla vigilia dell’incontro previsto per domani al ministero del Lavoro sulle pensioni in essere all’interno del confronto sulla riforma della previdenza. “Se consideriamo tutti i blocchi operati in nove anni che hanno effetti negativi sulle pensioni in modo permanente – sottolinea il segretario confederale Domenico Proietti – si evidenzia che una pensione pari a 1.500 euro lordi mensili nel 2011 ha cumulato una perdita complessiva pari a 74,03 € al mese, ovvero 962,39 euro annui, differenza che sara’ destinata a crescere per effetto dei blocchi previsti fino al 2021”. Per un pensionato con un assegno di 4.500 euro lordi la perdita annua supera i 614 euro per una perdita annua di 7.992 euro. “Bisogna varare – dice – meccanismi di recupero del potere di acquisto perso”. “Il blocco dell’indicizzazione delle pensioni dal 2011 ad oggi – scrive la Uil – ha generato danni gravissimi e permanenti a milioni di pensionati. I diversi meccanismi “sperimentali”, introdotti con il solo scopo di continuare a fare cassa sulle pensioni, hanno fortemente diminuito il potere di acquisto dei pensionati”. Un pensionato che nel 2011 aveva un assegno pari a 1.500 euro – spiega – oggi riceve una pensione pari a 1.575 euro, mentre se fosse stato utilizzato il meccanismo ordinario avrebbe avuto una pensione mensile pari a 1.649 euro (962 euro in piu’ rispetto a quanto ha ora) ogni anno. “Questo danno – sottolinea il Rapporto – sara’ permanente per tutta la vita del pensionato. La Uil chiede con forza che venga ripristinata la piena indicizzazione, prevedendo al contempo un meccanismo che restituisca ai pensionati quanto loro sottratto in questi anni”. Secondo la Uil che chiede anche la riduzione della pressione fiscale sulle pensioni peraltro i criteri con i quali ad oggi e’ valutata l’indicizzazione, basati sul paniere FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) non rispecchia a pieno le reali spese sostenute dalla fascia piu’ anziana della popolazione. “Un pensionato con un assegno pari a 1.900 euro lordi mensili nel 2011 (importo tra le 4 e le 5 volte il minimo), spiega lo studio – ha subito nel corso di questi nove anni un mancato incremento pari a circa 1.378 euro lordi annui. In pratica e’ come se quest’anno il pensionato percepisse una mensilita’ netta in meno”. La Uil domani al tavolo chiedera’ che sia ripristinata la piena indicizzazione, che si riduca la pressione fiscale sulle pensioni e che sia restituito quanto tolto ai pensionati in questi anni con i vari blocchi della rivalutazione. Se queste proposte saranno attuate – sottolinea il sindacato – “restituiranno ai pensionati parte di quello che e’ stato loro sottratto in questi anni di crisi dando allo stesso tempo, maggiore liquidita’ a milioni di famiglie con effetti positivi sull’economia interna del Paese”.