pubblicata una incisione antica che raffigura Cristo che placa la tempesta sul lago di Tiberiade

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Alle origini della nostra civiltà: pubblicata una incisione antica che raffigura Cristo che placa la tempesta sul lago di Tiberiade

L’episodio biblico fu ripreso dai più grandi pittori del passato

Per la rubrica culturale di Christian Flammia “Alle origini della nostra civiltà”, pubblichiamo una rara incisione seicentesca che raffigura il famoso episodio biblico “Cristo placa la tempesta sul lago di Tiberiade”. La stampa antica, di autore anonimo, fa riferimento ad un episodio molto importante del Vangelo: durante una traversata del lago un’improvvisa tempesta mise in pericolo la barca su cui erano Gesù e gli apostoli. Gesù, che stava dormendo, fu svegliato dagli apostoli e calmò, in pochi istanti, la furia delle acque e del vento. L’episodio biblico “Cristo placa la tempesta sul lago di Tiberiade” fu ripreso dai più grandi pittori del passato, tra i quali Tintoretto, Delacroix e Rembrandt. In merito all’incisione, l’amico Franco Bianchi ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Pur essendo l’episodio raccontato in tutti e tre i vangeli sinottici, la nostra incisione rappresenta il racconto di Marco, fissando i versetti 37 e 38 del vangelo di Marco che così recitano: “Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che noi moriamo?»” Il simbolismo della raffigurazione è stato oggetto di molti commenti, qui riportiamo quello che deriva dalla tradizione che vuole il vangelo di Marco scritto per la comunità di Roma. La tempesta dunque rappresenta il momento di grande difficoltà incontrato nel tentativo di evangelizzare la capitale dell’impero. I pagani sono una maggioranza schiacciante ed è estremamente difficile far comprendere loro la verità evangelica. Questo crea momenti di vero e proprio sconforto, accompagnato dall’impossibilità di vincere la potenza degli dei pagani rappresentati qui dal mare in tempesta, dai venti furiosi, dall’assenza del proprio Dio, che invece di intervenire in soccorso, è assente in quanto dorme e i discepoli rischiano la stessa vita. Poi, come si sa, Gesù si sveglierà e placherà la tempesta. Nel vangelo di Matteo la storia è un po’ diversa mentre Luca racconta in modo più
simile a Marco. È curioso come in questi dipinti o incisioni spesso il numero degli apostoli cambi. Nella nostra incisione sono undici, in altre o in altri dipinti sono otto, oppure dodici”.

Christian Flammia