Quirinale, i tre scenari di Renzi

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All’assemblea dei grandi elettori di Italia viva (sono in 45) Matteo Renzi spiega che in campo ci sono “tre scenari possibili”, mettendo in guardia Matteo Salvini e Giorgia Meloni dal rischio della “sindrome di Bersani”: cioè una “strategia fallimentare e suicida che portò prima a bruciare Marini e poi Prodi”.

Per Renzi “la strategia sul presidente della Repubblica è quella che segna chi è capace di far politica e chi no”. Dunque, si capirà “la prossima settimana se Matteo Salvini e Giorgia Meloni saranno all’altezza”. Intanto, aggiunge Renzi: “alla riunione del centrodestra” sul Quirinale “c’è stata una indicazione di Berlusconi a metà, perché deve verificare i numeri. La candidatura di Berlusconi oggi ha fatto un passo indietro”.

Gli scenari secondo Matteo Renzi

Il primo scenario di Renzi prevede la presentazione della candidatura di “una personalità di centrodestra che gode di un consenso più ampio e, se sarà costruita, questa candidatura dovrà esserlo nella settimana prossima”. “L’ipotesi della candidatura di una personalità di centrodestra è importante, e dovrà essre messa sul tavolo a tutte le forze politiche nel corso della settimana prossima”. In questo caso, per Renzi, i voti aggiuntivi potrebbero esserci, da quelli di Iv fino a parte del Pd e di M5s.

La “seconda ipotesi: andare a chiedere all’italiano più autorevole e forte in questo momento e con una maggiore presenza istituzionale, Mario Draghi, di lasciare l’incarico da premier e andare al Quirinale”. In questo caso “si aprirebbe l’ipotesi di un govenro Ursula senza Salvini o di un governo dei leader”.

Infine, la “terza ipotesi, che prevede che resti la candidatura di Berlusconi a tutti i costi e dalla quarta votazione sia il candidato dove si tenti il tutto per tutto per provare a eleggerlo”. In questo caso o c’è l’Aventino, “come suggerito da Enrico Letta”, ma è una proposta che non piace a Renzi, “o si va in Aula e si va al gioco della verità dove si candida e si vota un’altra personalità da contrapporre a Berlusconi. Sarebbe uno scontro all’ultimo voto, mai avvenuto in questa intensità per il Capo dello Stato”.