Recovery fund, appello per il digitale. Patuanelli: resta tema centrale

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“Pur dando atto al Governo, al Parlamento, alle istituzioni tutte, Servizio sanitario nazionale in primis, dell’enorme sforzo che stanno compiendo per far fronte a una situazione sconosciuta, del tutto imprevedibile, dobbiamo riconoscere che la gestione dell’emergenza si è scontrata frontalmente con il ritardo digitale del Paese e con tutte le inefficienze che esso comporta”. A dirlo è Cesare Avenia, presidente di Confindustria digitale, in occasione del convegno annuale ‘Investire Accelerare Crescere’ organizzato con la Luiss Business School, che quest’anno si è focalizzato sul tema ‘Dall’Agenda digitale al Recovery Fund: colmare i ritardi, rilanciare il Paese’, alla presenza dei ministri Stefano Patuanelli, dello Sviluppo economico, Paola Pisano, dell’Innovazione e Roberto Viola ,direttore Generale DG Connect dell’Ue. Ci siamo trovati ad affrontare una pandemia con un Paese praticamente diviso in 21 sistemi sanitari diversi, che in larga parte non si parlano tra loro, sottolinea Avenia. “Una vera e propria emergenza burocratica si è affiancata a quella economica, mettendo in evidenza l’estrema difficoltà della macchina operativa dello Stato di tradurre in esecuzione immediata le decisioni politiche prese d’urgenza. Così come molte amministrazioni pubbliche, soprattutto locali, si sono trovate in grande affanno a far operare i propri addetti a distanza, a causa della mancata digitalizzazione dei processi lavorativi”. Quindi lancia un appello: “La trasformazione digitale della Pa è un processo che va sostenuto con atti politici e istituzionali bipartisan perché i progetti messi in cantiere, le strutture che dovranno attuarli, devono durare oltre i governi che li hanno varati’. Patuanelli: siamo il solo Paese ad aiutare le imprese “Le risorse che abbiamo investito per le imprese e gli strumenti di rapidità con le quali le abbiamo messe in campo non sono indifferenti”, ha replicato il ministro Patuanelli. “Per quanto riguarda la liquidità sono 1 milione e e 252 mila le imprese che hanno avuto accesso per una erogazione di oltre 101 miliardi al momento, ma segnalo soprattutto i 975 mila imprenditori che hanno fatto la richiesta per il prestito garantito al 100% e sono oltre 19 miliardi di liquidità. Siamo l’unico Paese ad averlo fatto. Molto spesso ci si paragona agli altri Paesi europei, però su questo tema l’Italia è stata certamente più attenta rispetto ad altri”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico. La centralità del digitale Le tematiche del digitale sono “centrali, lo erano anche prima della pandemia ma ciò che stiamo affrontando oggi ha messo al centro del dibattito pubblico ancora di più il tema del digitale. Dobbiamo consentire alle imprese di fare quel salto di innovazione e digitalizzazione e credo che questo sia il modo in cui riusciamo a colmare il gap di competitività tra il nostro Paese e gli altri Paesi europei. Ricerca, innovazione e digitalizzazione sono elementi cruciali per la crescita e lo sviluppo”, ma c’è un “minor numero di ricercatori in Italia nonostante una elevata qualità della ricerca”.