REDDITO DI CITTADINANZA, DANILO TONINELLI (EX MINISTRO): “ODIANO I POVERI E LI HANNO CONVINTI SIA COLPA LORO

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COSA HA PORTATO QUESTO? A UN SUICIDIO OGNI DIECI ORE”

“Viviamo nell’era dell’intrattenimento politico dove da una parte c’è chi dice una cosa priva di fondamento, dall’altra c’è chi la contraddice senza giustificazione, in mezzo c’è il giornalista che non fa da arbitro. È tutto un circuito di parole che non ha fondamento e che confonde la gente abbassando il livello della nostra democrazia”.

Alta velocità, reddito cittadinanza e dati Istat, a parlare di tutto questo è stato Danilo Toninelli, ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, programma d’informazione condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.

Quando venne approvato il reddito di cittadinanza nel Consiglio dei Ministri fu una gioia indescrivibile, mi ricordo che uscimmo sul balcone e ci fu una grande polemica per quel gesto. Penso però che resti uno degli atti politici più altruistici e generosi fatti nei confronti della cittadinanza, può piacere o non piacere ma se uno stato si dimentica dei poveri non è uno stato democratico”.

‘Abbiamo abolito la povertà’ diceva Di Maio, riguardo proprio a quella frase Toninelli ha voluto chiarire: “È stata utilizzata come arma perché alla fine, quando la politica è fatta solo di parole, le armi che si utilizzano l’uno contro l’altro sono sempre le parole.

Del fatto che sia stata corretta o non corretta come dichiarazione mi interessa poco, mi interessa il fatto che una forza politica che in campagna elettorale prometteva di fare una cosa, vince le elezioni, va al governo e la fa”, ha voluto sottolineare.

“Iniziamo a valutare i politici sulla base delle azioni concrete, non sulla base di come si mettono di fronte a una telecamera e come recitano la propria parte. Se ricordiamo il primo anno del Covid, dati Istat e INPS, il reddito di cittadinanza ha permesso a un milione di cittadini italiani di uscire dalla povertà assoluta. Mi pare che questo sia un fatto più che un’opinione”.

Alla domanda se il reddito di cittadinanza avesse disincentivato i giovani nella ricerca di un lavoro, Danilo Toninelli ha poi dichiarato: “Una narrazione e retorica propagandistica dei partiti che si sono opposti, principalmente del centrodestra.

Ricordo però che il reddito di cittadinanza non venne votato dal PD, ma venne votato dalla Lega”. E sul perché sia stato tolto, l’ex Ministro ha voluto rispondere: “Odiano i poveri. Questa fetta di popolazione spesso non va a votare, non finanzia i partiti, le campagne elettorali dei politici, non si trova ai tavoli di comando, non può garantire ai politici posizioni di potere all’interno di alcune società.

Sono stati quindi criminalizzati – ha aggiunto – oggi il povero non alza la testa e si sente colpevole.

Essendo stata criminalizzata la povertà e il percettore del reddito, il povero ha maturato l’idea che sia colpa sua. Ha creato una schiavitù per cui il povero vede il potente come qualcuno che si merita di essere lì. Sapete a cosa sta portando questo? A un numero di suicidi mai visto prima, ogni dieci ore in Italia si ammazza una persona, quattromila suicidi all’anno, non ne parla nessuno”.

Infine alcune parole sulla TAV. “Ho combattuto con tutte le armi e la forza interiore che avevo contro quell’opera totalmente inutile chiamata TAV, come oggi combatterei contro un’opera totalmente inutile chiamata ponte sullo stretto”, ha dichiarato Toninelli.

“Chiedevo di investire quei miliardi per le tantissime strade devastate in tutta Italia, soprattutto in Sicilia e in Calabria, invece di spendere quei soldi per un’opera di cui i dati ci dicevano che non sarebbe mai stata utilizzata, che non serviva e che sarebbe stata solo uno spreco economico.

Tutti mi andarono contro finché venne fatta anche una mozione in aula in cui non riuscimmo a ottenere la maggioranza. Per bloccare quell’opera schifosa bisognava infatti avere la maggioranza

A questo paese manca proprio l’etica della coerenza, la coerenza di dire che un’opera può piacere ma se non è conveniente all’interesse collettivo non va fatta”, ha concluso.