Reddito di cittadinanza, inizia la seconda fase

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La seconda fase del Reddito di Cittadinanza ovvero quella che porterà tutti i percettori del reddito a essere accompagnati nell’inserimento lavorativo, attraverso il rafforzamento dei centri per l’impiego, è cominciata. Le Regioni stanno già procedendo per i bandi per le assunzioni a tempo indeterminato, accompagnati dai navigator che daranno un supporto tecnico agli operatori dei centri per l’impiego. I dati sul Reddito di Cittadinanza dell’Osservatorio Inps confermano una tendenza molto positiva di questa misura: oltre 960mila domande accolte su un totale di quasi un milione e mezzo di domande presentate. Stiamo parlando di una platea di beneficiari di oltre 2,3 milioni di persone che mediamente ricevono un importo mensile di 481 euro. Un ottimo risultato per una battaglia che fieramente abbiamo portato avanti, sempre dalla parte dei cittadini. Nel computo totale dei nuclei che ricevono il “reddito” vengono considerate anche le famiglie che risultano beneficiarie della Pensione di Cittadinanza. Gli importi più alti vanno ovviamente alle famiglie numerose per le quali l’assegno mensile medio si aggira sui 600 euro. Il 36% dei nuclei beneficiari sono famiglie con minori che quindi possono contare su un prezioso sostegno per la gestione delle spese familiari. Grazie al Decreto Crescita abbiamo allargato ancora di più il numero di persone che potranno beneficiare del Reddito. Infatti, ora è possibile utilizzare l’Isee corrente e risolvere così il problema di quelle persone che pur avendone bisogno erano escluse dall’erogazione del Reddito. Ad esempio, coloro che avevano lavorato nel 2017 ma poi, avendo perso il lavoro da poco, non avevano potuto accedere al beneficio. In relazione alle polemiche che sostengono che il governo sarebbe intenzionato a modificare il Reddito di Cittadinanza, si è espresso il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico affermando che il governo non ha chiesto all’Istituto simulazioni su possibili modifiche delle regole del Reddito di Cittadinanza. Al momento si è parlato solo della possibilità di interrompere temporaneamente l’erogazione del Reddito ai beneficiari che firmano un contratto a termine di breve durata. Si tratterebbe quindi di un incentivo a far accettare un lavoro anche se breve.