Richetti massacra Zingaretti: «Il Pd approva le misure di M5S e Lega e boccia le sue»

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Matteo Richetti, uscito dal Pd e non entrato nel nuovo partito di Matteo Renzi, non le manda a dire a Nicola Zingaretti. Su Twitter gli “regala” una feroce ironia: «Al Senato siamo al surrealismo. Il Pd conferma tutti i provvedimenti targati Lega (quota100, decreti sicurezza) e M5S (reddito cittadinanza, taglio parlamentari) e cancella quelli fatti dal governo Pd (Ilva). Ma cosa sta succedendo?». Domanda, alla quale, Zingaretti non ha ancora risposto. In compensom accusato di essere stato messo ai margini da Renzi e Di Maio, ha parlato con Repubblica.
Zingaretti esclude il voto, ma…

«Si producano dei fatti, la si smetta con la ricerca ossessiva di polemiche e visibilità. Perché questa è una degenerazione della politica che gli italiani non tollerano più e in tal modo resterebbe solo il governo delle poltrone, dei ministeri e delle nomine. Noi al governo restiamo solo finché produce risultati utili al Paese». Intervistato da Repubblica, il segretario del Pd Nicola Zingaretti, chiede al governo di procedere con “i fatti”. «Io di certo non voglio votare – sottolinea – . Però pretendo che si governi bene e lealmente. Da segretario del Pd uso questo verbo non a caso».
Gli strani equilibri nella maggioranza

Zingaretti ha affrontato anche il tema dei rapporti all’interno della maggioranza. «I rapporti di forza sono per noi svantaggiosi: 18% Pd, 33% M5s. Ma stiamo facendo passi avanti su molte questioni. Le ultime uscite di Maria Elena Boschi, poi, che ci definito il “partito delle tasse” è stata davvero infelice. Italia viva deve capire che i nemici non siamo noi. Il nemico è Salvini e la sua nuova destra. Un Pd forte è senza dubbio l’unico argine a quelle forze». E in Umbria? «Partiamo in svantaggio. Abbiamo perso molti Comuni e ci sono stati degli scandali. Ma Bianconi, il candidato presidente, e il primo esperimento di alleanza sul territorio con il M5s mi fanno ben sperare. Però si vota per la Regione. Se qualcuno vuol dare altre valenze alla consultazione lo fa per ragioni strumentali e destabilizzanti».                                                                 fonte  https://www.secoloditalia.it