Rinaldi: eccovi la verità sul #Recovery e su tutti i suoi vincoli

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Antonio Rinaldi interviene a Radio Sparlamento sul Next Generation EU

Per uscire dalla crisi causata dalla pandemia l’Europa, attraverso lo strumento del Next Generation EU, ha messo in campo un piano di ripresa da 750 miliardi di euro. Detta così, sembrerebbe di essere di fronte una svolta epocale, alla stregua di quello che fu il Piano Marshall alla fine della Seconda Mondiale. La realtà, però, come spesso accade, è ben diversa dai proclami. In questo podcast, l’on. Antonio Maria Rinaldi, ci ha aiutato a fare un po’ di chiarezza sulla reale portata di questo Piano europeo e sulle conseguenze che avrà sullo sviluppo dei diversi Stati membri.

Partiamo da quella che viene considerata la “portata di fuoco” del NGEU: 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti. C’è chi ha interpretato il termine “sovvenzioni” come “erogazioni di soldi a costo zero”. Cominciamo col dire che, in realtà, il “benefattore” Europa non esiste. L’Unione europea si tiene in piedi attraverso i contributi dei singoli Stati, tant’è che la Commissione per reperire queste risorse del NGEU deve andarle a trovare sui mercati.

Difatti, in questi mesi gli Stati membri sono stati impegnati nella ratifica nazionale della Decisione sulle risorse proprie (DRP), che per l’appunto autorizza la Commissione a fare questo passaggio sui mercati dei capitali. Al momento, tra l’altro, Paesi Bassi, Polonia, Austria, Ungheria e Romania, non hanno ancora ottemperato alla ratificata, mentre ricordiamo che in Germania c’è stato un “incidente di percorso” durante l’iter di ratifica con l’intervento della Corte Costituzionale tedesca. Inoltre, sempre per finanziare la strategia europea di ripresa, verranno introdotti nuovi strumenti fiscali: ossia nuove tasse proprie della UE che pagheranno tutti i cittadini europei.

Altra questione. Secondo alcune ricostruzioni degli eventi accaduti nel 2020, all’Italia sarebbero state assegnate ingenti risorse per presunti “meriti” di strategia politica. In realtà, la ripartizione delle risorse è stata effettuata secondo parametri standard.

Detto in altra maniera: abbiamo ottenuto questa disponibilità perché la nostra economia è quella messa peggio.