#Rubyter, per Berlusconi “condizioni di salute severe”

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La difesa del leader azzurro sull’impossibilità di partecipare al processo: “Durata della malattia non breve”. Tribunale respinge stralcio Berlusconi e rinvia all’8 settembre

Processo Ruby ter, i pareri medici su Silvio Berlusconi “confermano il persistere di condizioni di salute severe” e “la prognosi è di una durata ragionevolmente non breve delle ragioni che determinano la sua impossibilità di partecipare al processo”. Lo ha detto Federico Cecconi, legale dell’ex premier e fondatore di Forza Italia, imputato nel processo milanese Ruby ter. Cecconi ha ribadito la sua richiesta di legittimo impedimento per Berlusconi.

Alla luce delle condizioni di salute di Silvio Berlusconi, “così come ci vengono descritte, tenuto conto che l’ex premier ha 85 anni e che ha tre consulenze depositate dalla sua difesa”, in merito a tre diverse patologie, di cui “una è psicologica e un’altra è neurologica e psichiatrica, ritengo che emerga un quadro che merita particolare attenzione e mi domando sin da ora se non sia necessaria una valutazione in termini di accertamento anche peritale del dottor Berlusconi di partecipare al dibattimento. Noi la anticipiamo come richiesta”, ha detto il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, nel corso dell’udienza.

Il collegio presieduto dal giudice Marco Tremolada ha intanto stabilito il rinvio del processo milanese al prossimo 8 settembre al termine della camera di consiglio chiamata a decidere sullo stralcio della posizione di Silvio Berlusconi. “Ritenuto il temporaneo legittimo impedimento di Silvio Berlusconi inferiore a 90 giorni” e “ritenuta necessaria la trattazione unitaria del processo, dovendosi ritenere che la separazione comporti un aumento” dei tempi del procedimento, il collegio ha rinviato al prossimo 8 settembre.

I legali degli imputati nel processo si erano opposti alla proposta della Procura di Milano di stralciare la posizione di Berlusconi. Intervenendo in aula, Paola Boccardi, avvocato di Karima El Mahroug, nota come Ruby, si era detta contraria alla separazione della posizione dell’ex premier, che non porterebbe vantaggi alla “speditezza processuale”.