SALVINI, DAI PIENI POTERI ALLE CILIEGIE

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Salvini s’ingozza di ciliegie e rimugina su come arginare il suo rapido declino. Altro che pieni poteri, di questo passo farà la fine di Renzi molto prima del previsto. Ormai sembra mediaticamente incaprettato, più si muove più si fa male da solo. Gaffe, figuracce e quell’immagine moscia che sembra la controfigura sfigata del coriaceo leader padano di un tempo. Saranno i rimorsi del Papeete, sarà la Madonna, sarà la quarantena, sarà che sta invecchiando pure lui, chissà. Sta di fatto che Salvini si è ammosciato e i leghisti last minute lo stanno mollando in massa. Per salvare il salvabile Salvini ha ricominciato a battere il Belpaese palmo a palmo. Palchi, cene. Sfilate di selfie. Il suo brodo. Vorrebbe tornare ad essere il paladino del popolo, l’unico leader che sta tra la gente mentre gli altri sono rinchiusi nei palazzi, l’unico leader che ascolta e capisce i problemi concreti ed è in grado di risolverli. Perché lui è “l’uomo del fare”, perché lui è quello che passa “dalle parole ai fatti”. Già, con un solo piccolo appunto. Salvini ha avuto la sua occasione per dimostrare la sua eroica concretezza. Già, da Ministro dell’Interno, il sogno di ogni sovranista che voglia salvare il proprio paese dall’invasione dei baluba. Ma Salvini se l’è data a gambe dopo solo un annetto speso a far comizi governativi. Altro che fatti, delle gran chiacchiere e una poltrona più prestigiosa verso cui fiondarsi. Sembrano passati secoli. Salvini s’ingozza di ciliegie rimuginando su come arginare il suo rapido declino ma il suo sguardo si perde nel vuoto. Sembra non capire che la pandemia ha mutato lo scenario politico. Mai come oggi serve davvero concretezza e certi giochetti politici rischiano di ritorcersi contro chi li azzarda. Cosa vuoi che gliene freghi della propaganda a milioni di disoccupati e di cittadini che cadono in povertà e non riescono a sfamare la loro famiglia. Chi oggi sta davvero dalla parte del “popolo sovrano” mette da parte le proprie mire poltronistiche e si rimbocca le maniche per fronteggiare l’emergenza e salvare il paese. Ma si sa, anche a livello di patriottismo più che altro delle gran chiacchiere. Salvini è reduce da mesi di sciacallaggio politico che gli han fatto solo perdere voti, eppure non sembra aver imparato la lezione e cerca ogni scusa per piantar polemiche. L’unica cosa che ha in testa è disarcionare l’odiato Conte e fottergli il cadreghino prima che sia troppo tardi. Per riuscirci gli mette i bastoni tra le ruote ed insiste nello speculare sulla crescente rabbia sociale. Una strategia che rischia di rivelarsi pericolosa per il paese ma anche per lui. Quella rabbia potrebbe strabordare, potrebbe ritorcersi contro tutta la politica e soprattutto contro chi invece di dare una mano cerca di approfittarne. Altro che paladino del popolo, Salvini potrebbe venire travolto dalla rabbia che fomenta. Ma Salvini ha ben altro per la testa mentre s’ingozza di ciliegie. Rimugina su come arginare il suo rapido declino e il suo sguardo si perde nel vuoto. Altro che pieni poteri, di questo passo farà la fine di Renzi molto prima del previsto.                                                                                         di Tommaso Merlo