Salvini detta a Di Maio le condizioni. Patto di potere con terzo incomodo

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Si sono ritrovati insieme di nuovo, quello che aveva “sconfitto la povertà” e il “padre di 60 milioni di italiani”, i due artefici del disastro Italia, Di Maio e Salvini. Mentre l’altro, Conte, volava via lontano dall’Italia, i due siglavano ieri una nuova tregua e un nuovo patto di potere.

Il penstellato sembra pronto a sottoscrivere qualsiasi cosa pur di non andare a nuove elezioni, e se da una parte, in pubblico, ritorna ad adoperare toni e parole della prima ora grillina, in privato, cede a Salvini su tutto.

Ieri a Campobasso, comune che andrà al ballottaggio domenica, il leader grillino ha usato una retorica anti-europea ancora più dura di Salvini, segno che dalla base della Casaleggio associati debbono aver reimpostato le parole chiave della comunicazione, tant’è che anche il refrain, peraltro mai interrotto, del “…e allora il Pd…” è tornato di moda alla grande.

Davanti a Salvini invece, Di Maio ha detto sì al decreto sicurezza bis; alle opere pubbliche, benché ancora la linea Maginot grillina della Tav resista; al provvedimento sulle autonomie regionali e probabilmente è arrivato un sì anche al rimpasto, mettendo sull’ara sacrificale sia l’imbarazzante Toninelli sia il ministro della Salute Giulia Grillo.

Nel patto fra i due, il terzo incomodo è proprio colui che, in teoria, dovrebbe guidare il governo: Conte. Il presidente del Consiglio, mentre Salvini e Di Maio sotterravano le asce di guerra, volava ad Hanoi, forse avvisato solo all’ultimo minuto dell’incontro tra i due suoi vice premier, cui non avrebbe comunque potuto partecipare.

La sua debolezza l’aveva già mostrata lunedì, nel pubblico appello alla calma ai vice premier. Oggi tenta di non far affondare del tutto il dialogo con l’Unione Europea e cerca di mostrare un volto istituzionale, rispetto all’aggressività populista dei suoi datori di lavoro, che lo fa sembrare in linea col Quirinale, mentre in Viet-nam, durante il ricevimento all`Hanoi Museum, ha conversato con l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, esprimendo preoccupazione per le scelte di Salvini che, più che rafforzare il governo, sembrano minarlo.                                                                                                                                          di giovanni belfiori