Vladimir Luxuria va all’attacco di Checco Zalone. La favola sulle trans brasiliane recitata ieri sul palco dell’Ariston non è piaciuta all’ex deputata e personaggio tv:
«Mi è sembrata intanto una performance un po’ scarsa, da Zalone ci saremmo aspettati di più. E’ anche un po’ una ripetizione, questa volta più fallita, rispetto alla canzone sugli uomini sessuali che invece aveva fatto tanto ridere», dice all’AdnKronos.
Luxuria è combattuta: «Apprezzo la finalità di condanna all’ipocrisia dei falsi moralisti, di quelli che ci cercano e poi fanno finta che non sono mai stati con noi. Però una trans si può cercare anche in un locale, in un luogo di lavoro, su un autobus – spiega – non è che per avere un contatto con una trans si debba per forza andare nel vicoletto buio».
Secondo Luxuria nello sketch c’erano troppi stereotipi: «Una trans brasiliana che si chiama Oreste: lo sketch era tutto improntato sulla impossibilità e sulla ridicolizzazione del tentativo di essere femminile da parte di una trans. Tutto un mix di pomo d’Adamo, numero di scarpe 48, la rima con ‘azzo’, il fatto che un uomo che va con una trans si piega e vuole la banana: tutta una ossessione sul ridicolizzare la femminilità di una trans. Una persona in quanto trans è una potenziale prostituta o una dalla femminilità impossibile»



