Sassoli rinnega il Parlamento Europeo: quel voto sul comunismo non vale

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Che vergogna, presidente Sassoli, che dimentica quel voto dell’assemblea…. Ma che figura fa fare alla carica istituzionale che rappresenta al Parlamento Europeo a dispetto del voto degli italiani? Già, perché Sassoli appartiene al partito sconfitto il 25 maggio, il Pd, che però è riuscito nel colpo di incassare con lui il vertice dell’assemblea di Strasburgo e poi, a seguire, la nomina di Paolo Gentiloni nella Commissione Europea.
Ma anche se vincono pure quando perdono, i cosiddetti democratici non si possono permettere di mistificare la realtà è rimpiangere addirittura il comunismo. Perché è quello che si appresta a fare proprio Sassoli.
Sassoli a Marzabotto per fare confusione
Il presidente del Parlamento europeo ha “spiegato” che andrà a fare domani a Marzabotto, in occasione dell’anniversario della strage.
Siccome l’assemblea che presiede ha votato la risoluzione che equipara nazismo e comunismo, lui non ci sta e annuncia un’operazione di autentico sciacallaggio proprio a Marzabotto: “Vado a dire dire che l’equiparazione votata in una risoluzione del Parlamento europeo fra nazismo e comunismo è politicamente scorretta e intellettualmente confusa”. Lo aveva detto anche dopo il voto ed è intollerabile. Rinnega quel voto.
Anche perché nella polemica con l’estrema sinistra aveva ricordato i carri armati a Praga. Poi ci ha ripensato…
Deve rispettare per primo il voto di Strasburgo
Qui, se c’è uno confuso è semmai proprio il presidente del Parlamento europeo che ha il dovere di rappresentare per primo un documento approvato tra l’altro a larghissima maggioranza. La realtà è che quel voto ha scatenato la rivolta di un mondo che è rimasto comunista e non tollera che lo stalinismo venga messo sul banco degli imputati. E se uno come Sassoli passa per moderato, figuriamoci gli estremisti.
Non sono abituati evidentemente a rendere conto con sincerità degli orrori che hanno caratterizzato i loro padri politici. E pensano di non doverne parlare mai. E invece non è così. Perché il massacro di tantissimi milioni di uomini e donne non si cancella solo perché non si accetta quell’equiparazione. Ma la storia questa è, anche se Sassoli mostra di non averla studiata. E se non gli piace quel voto la strada da percorrere la conosce…