Saviano: «La mia vita, finita a 26 anni (e ne ho 42)

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E ora? Avevo solo 26 anni, solo 26 anni quando tutto è accaduto.

Cosa facevate voi a 26 anni? Ricordate? Si, mi prendo un dannato momento per poterlo gridare che avevo solo 26 anni, maledizione, avevo solo 26 anni quando tutto è finito. Quando mi hanno inscatolato in una blindata, quando tutto si è trasformato in una guerra di posizione. Lo faccio ora che leggo le motivazioni della sentenza che ha condannato il boss Bidognetti e l’avvocato Santonastaso per minacce mafiose. Leggo le pagine redatte dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Roma, leggo le parole firmate da Roberta Palmisano la presidente del collegio, che dimostrano che fu una strategia dei boss casalesi — e di Francesco Bidognetti nello specifico — quella di intimidire, mandando un messaggio all’esterno per metterti un bersaglio sul corpo. Mi verrebbe da urlare — a tutti quelli che in questi anni hanno speculato sulla scorta alla quale sono costretto da quindici anni, a tutti quelli che mi hanno accusato e mi accusano di infangare la Campania e il meridione, perché ne ho raccontato e ne racconto la ferita — avete visto, bastardi, che non era una messa in scena, un escamotage per avere successo, magari per comprare il fantomatico attico a New York. Io sono uno scrittore. Io del mio guadagno e delle mie storie avrei comunque fatto vita.