Giovani che hanno ammesso con chiarezza ‘di stare male’ e che, nonostante l’ovvio grido di rabbia di una generazione destinata come le precedenti a lavorare più dei genitori ma con con paghe indecenti e meno sicurezza e diritti, sono riusciti a elaborare una serie di proposte che noi, come adulti ma soprattutto come politici, abbiamo il dovere di ascoltare. Ma questo non basterà. Perché dobbiamo sentire chiaro il dovere, e l’onore, di fornire risposte e immaginare insieme delle soluzioni per i problemi che loro evidenziano e che sono sotto gli occhi di tutti da almeno un ventennio”.
“La scuola – prosegue l’esponente dem – è tornata al centro del dibattito pubblico durante la pandemia, che ha scoperchiato disuguaglianze territoriali, culturali e di accesso presenti da tempo, oltre a carenze strutturali e di prospettiva che un’agenzia formativa che dovrebbe essere un ascensore sociale non può più tollerare. Il valore aggiunto del confronto, anche duro, sulla scuola italiana risiede in una collaborazione vera, costante e tempestiva basata sulla partecipazione dal basso, sulla quale so con certezza anche il Ministro Bianchi ha voglia di investire con spirito inclusivo e voglia di confronto”.
. E’ un errore – conclude Lattanzio – pensare che gli studenti si preoccupino solo degli esami di maturità o di altri aspetti isolati del loro percorso, dobbiamo invece rilevare una vera e propria questione generazionale che ci stanno ponendo: ci chiedono non solo una vigorosa modifica dell’alternanza scuola/lavoro ma ci stanno anche dicendo che il mondo che gli abbiamo consegnato è feroce, ultra-liberista, disuguale ed è naturale che questo colpisca anche la scuola e la tenuta emotiva degli adolescenti”.


