Secondo il dg di Ama, Roma è più pulita di Londra e Parigi

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Lo dicono tutti, da Ispra a Utilitalia. La differenziazione dipende dalla grandezza della città. Roma non è come Cittadella, dove lavoravo prima di tornare nella Capitale. In ogni caso facciamo meglio di Londra che è al 33%, Parigi al 25%, Berlino al 39%”.

Lo afferma Andrea Bossola, direttore generale dell’Ama, in un’intervista a Repubblica, a proposito della raccolta differenziata nella Capitale.

Parigi – sottolinea – ha tre termovalorizzatori, Londra ne ha quattro. Il recupero di materia è importante, ma per me anche l’energia generata da un termovalorizzatore è un valore”. “Quest’estate – sostiene – non sono andato in ferie. Ho girato tutta la città a luglio e agosto. Credo che si sia visto un miglioramento rispetto a quanto visto dopo l’incendio al Tmb di Malagrotta”.

E rivendica: “Solo questa gestione ha pulito i sottopassi di San Pietro, credo che i romani se ne siano accorti. Sono arrabbiati? Spero che la rabbia stia calando. Abbiamo avviato un piano di pulizia delle strade molto articolato, con una frequenza di passaggio che varia in base ai quartieri. Lavoriamo affinché i romani siano contenti”.

Mentre lamenta un problema di educazione generale: “Sì, per questo stiamo studiando campagne di sensibilizzazione. Tanto per i ristoratori che per i ragazzi nelle scuole. Gettare correttamente l’immondizia deve diventare una cosa immediata come indossare la cintura in auto”.

Bossola aggiunge: “Ho visto solo cose negative da quando sono qui, dalla chiusura di Albano all’incendio del Tmb. Il sistema è fragile e poi hanno pesato le chiusure di tanti bar e ristoranti. La gran parte della differenziata la fanno le unità non domestiche, i locali e i negozi. Ora – dice – siamo al 47%” della differenziata”.

Ma i romani si lamentano anche dei cassonetti. “Li stiamo riposizionando in modo che il conferimento sia più facile – assicura – e stiamo puntando sulla pulizia attorno alle postazioni. Se non si trova sporcizia attorno ai bidoni, si disincentiva chi vorrebbe lasciare a terra altri sacchetti. In ogni caso stiamo vagliando diversi nuovi modelli, sia intelligenti che non, oltre a quelli che abbiamo già acquistato. Ma è come per la storia dei cestini – spiega – non è che non vogliamo acquistare nuovi strumenti. La produzione è in crisi a livello mondiale“.

Infine, sullo stato di salute della municipalizzata e sui ‘mal di pancia’ interni per il ritorno del vecchio assetto dirigenziale 5 Stelle, il direttore generale dell’Ama risponde: “Me ne prendo la responsabilità. Non vado a chiedere ai miei dirigenti di che partito sono. Per me è importante il giudizio di chi ci lavora insieme e quello del presidente Daniele Pace”.

E sui prossimi innesti aggiunge: “Si fa tanto parlare di manager. Ecco, il nome che voglio inserire nella mia segreteria tecnica è di Acea. I romani lo pagheranno con la Tari invece che con la bolletta di acqua ed energia. Tutto qui”. Per i sindacati più che i dirigenti però mancano i netturbini, più di mille. “Con una buona organizzazione del lavoro – replica Bossola – un’azienda può diventare meno ‘human intensive’. Il numero ottimale di dipendenti dipende anche dall’avanzamento tecnologico. Noi siamo a metà del guado” conclude.