SEJKO: TRANSIZIONE CLIMATICA E INCLUSIONE FINANZIARIA, LE DUE RICETTE DELLA BANCA D’ALBANIA

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Il Governatore centrale, ieri a Tirana, è intervenuto con il proprio messaggio augurale e programmatico in apertura dei lavori della conferenza internazionale ospitata nella sala convegni dello stesso Istituto di emissione monetaria albanese e dedicata alla ricerca economica nelle regioni dell’Europa centro orientale

Si tratta di un evento molto atteso da addetti ai lavori, studiosi e decisori della politica pubblica avente per oggetto il governo della circolazione della moneta nelle rispettive Nazioni, alcune già parte della UE, altre dell’Eurozona, altre ancora al di fuori dei perimetri della prima e della seconda ma collegate da accordi intergovernativi e da impegni di allineamento e convergenza.

Il Governatore Sejko ha sottolineato l’importanza della ricerca come strumento utile ad accompagnare la politica monetaria per renderla il più possibile aderente agli obiettivi di tutela dell’economia reale interna contro le eccessive oscillazioni dei prezzi “retail” e dei costi di acquisizione dei fattori necessari alla produzione domestica.

Una missione, questa, che necessariamente comporta tutta una serie di interazioni, sia dirette che indirette, con le Nazioni circostanti e con Paesi anche meno vicini dal punto di vista geografico; e che porta con sé, come conseguenza, il riposizionamento dell’economia nazionale da un settore all’altro.
Proprio come è avvenuto di recente per l’Albania, il cui sviluppo resiliente ha avuto quest’anno, come baricentro, la crescita progressiva del turismo e delle esportazioni enogastronomiche, beneficiando l’edilizia e un primo riequilibrio fra aree urbane e zone rurali destinato a proseguire nel prossimo futuro.

Gli effetti sono stati quelli di un rafforzamento della moneta locale Lek, di un miglioramento netto del disavanzo delle partite commerciali correnti, e purtroppo di una pressione rialzista sui listini al consumo dei prodotti agricoli e alimentari e dei materiali per le costruzioni, che hanno spinto la Banca centrale di Tirana ad assumere decisioni sul fronte della graduale normalizzazione della politica monetaria il cui principale imperativo – come ha ricordato il Governatore Sejko – rimane quello del contrasto dell’inflazione importata e delle lievitazioni anomale di prezzo originate da eccessive pressioni salariali non bilanciate da produttività o da innesti di innovazione tecnologica.

Queste pressioni, che rappresentano una novità indubbia sugli scenari albanesi, sono l’effetto di un mercato del lavoro che richiede figure professionali nei tre settori indicati prima ma che deve scontare il problema dell’emigrazione della manodopera giovanile e adulta, a cui la politica fiscale del Governo sta cercando di poree rimedio con provvedimenti volti a innalzare, con ragionevole gradualità e senza shock di mercato o di bilancio, il salario minimo nel privato e quello medio nel pubblico.

Il riposizionamento settoriale si accompagna inoltre alla questione della sostenibilità: su questo – ha proseguito il Governatore dell’Istituto centrale – l’impegno della Banca d’Albania si concentra sulla messa a punto di strategie e di strumenti applicativi della transizione climatica e dell’inclusione ed educazione finanziaria.

Due corollari che formano la filosofia ispiratrice del piano di azione pluriennale, e che si prefiggono di incentivare la destinazione informata del risparmio familiare verso i settori strategici dell’economia nazionale, in forma di capitalizzazione e di finanziamento non bancario e non necessariamente debitorio di imprese e progetti di business volti a ridurre le dipendenze energetiche e fattoriali esterne e a favorire la ricollocazione di risorse professionali sia emigrate che disoccupate.

Pertanto – ha concluso l’onorevole Gent Sejko – la moderna attività di un’istituzione bancaria centrale non si limita più solamente a regolare o puntellare la politica monetaria e di governo dei tassi di sconto e di riferimento della base del costo del denaro, ma si estende oramai all’adozione di modelli volti a regolamentare il mercato dei capitali e a promuovere l’adozione di tecnologie in grado di digitalizzare i pagamenti e di combattere le aree di informalità, contribuendo così a una parallela politica economica fiscale trasparente, non aggressiva e moderata.

I lavori delle sezioni tematiche proseguiranno ancora oggi con panel applicativi concentrati su green economy, transizione ecologica e informatica e definizione di princìpi e criteri direttivi con cui mettere a punto prodotti e strumenti finanziari di bilanciamento e di raccordo con le nuove tendenze economiche.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI