SEQUESTRI ALLA COSCA DI NDRANGHETA CHE PUNTAVA SULLA TAV PER FARE AFFARI

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Sequestrati beni per 15 milioni di euro alla cosca di ‘Ndrangheta Raso – Gullace – Albanese. Le persone raggiunte dal provvedimento erano già state arrestate nel 2016 nell’ambito dell’operazione “Alchemia” dove erano emersi i loro interessi nella realizzazione della TAV Torino – Lione, interessi che li avevano portati a fondare “Comitati Pro-Tav”.

I beni, tra cui numerosi immobili, partecipazioni societarie e terreni, sono tutti riconducibili a Carmelo Gullace e alla moglie Giulia Fazzari. Gullace è ritenuto il referente della cosca ‘ndranghetista in Liguria e in Piemonte, con il compito di intrattenere rapporti con gli amministratori savonesi per l’acquisizione di appalti pubblici.

Anche Orlando Sofio è stato colpito dal provvedimento odierno: secondo gli inquirenti aveva lo specifico compito di relazionarsi con la cosca Piromalli di Gioia Tauro al fine di reperire prestanome per l’intestazione di attività imprenditoriali per curare gli interessi economici della cosca nell’ambito di appalti calabresi e autonoleggi lombardi.

Interessante poi la figura di Marina Grutteria che, per gli inquirenti, si sarebbe occupata del lato imprenditoriale della cosca riuscendo a ottenere l’aggiudicazione di lavori pubblici grazie alla compiacenza di politici e imprenditori utilizzando il sistema dei subappalti.

Le mafie al nord ci sono, negarlo è inutile e dannoso.
Non si può continuare a raccontare la favola del Nord con gli anticorpi, è necessario intervenire immediatamente.
Come abbiamo visto, il sistema degli appalti e dei subappalti è stato il pane quotidiano per la cosca e questo dovrebbe far ragionare chi oggi vuole “alleggerire” il Codice degli Appalti.

Colpire gli interessi economici delle cosche è il modo migliore per contrastarle, per questo ringrazio la Dia di Genova e la Dda di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, per il prezioso lavoro svolto.