Sergio Perruso

0
90

Sergio non c’è più. All’aeroporto di Washington aveva accusato un forte do­lore che avevamo attribuito alla stanchez­za. Si era ripreso dopo pochi minuti con l’impegno di fare dei controlli appena tornato a casa. Stimato da tutti in ambito europeo e mondiale, mi accompagnava agli incontri del Fondo Monetario e ai consigli di amministrazione del Gruppo Europeo e dell’Istituto Mondiale delle Casse di risparmio. Sempre attento, pre­parato, disponibile. Un mese prima di Washington eravamo stati in Perù. Negli anni aveva seguito Sandro Moli­nari, Norbert Plattner e Gerhard Brand­stätter. Lo conoscevo da tempo perché fa­cevo parte della delegazione estera come supplente prima di diventare, due anni fa, titolare dell’incarico. E poi lo incon­travo frequentemente in Acri negli anni in cui ero vicepresidente. Chris De Noose, direttore generale di ESBG e di WSBI, mio caro amico, aveva di Sergio una stima infinita. Un giorno mi vide piangere sull’aereo e si spaventò temendo problemi seri. In realtà mi erano venute le lacrime per un
episodio quasi insignificante che gli spie­gai rassicurandolo. Stavo guardando durante il volo di ri­torno da Washington “Nuovo cinema pa­radiso” di cui tanto avevo sentito parlare ma che non avevo mai visto. Il film di Giuseppe Tornatore è noto a tutti. Ad un certo punto Alfredo si rivolge al giovane Salvatore dicendogli che oc­corre “scappare di notte” da quel borgo isolato per avere un futuro. Quella frase mi colpì: era la stessa che mi ripeteva mia madre, molti anni prima che uscisse il film, per spiegarmi che non
potevo certo immaginare di realizzarmi a Grinzano dove oggi non ci sono neanche più le scuole elementari. Sergio era così attento che colse subito il mio stato d’animo e ascoltò con interes­se il mio racconto. Il posto di Sergio Perruso è stato asse­gnato a Francesco Coccia, giovane e bril­lante funzionario di Acri. Per il momento non mi ha ancora visto piangere.