Sergio non c’è più. All’aeroporto di Washington aveva accusato un forte dolore che avevamo attribuito alla stanchezza. Si era ripreso dopo pochi minuti con l’impegno di fare dei controlli appena tornato a casa. Stimato da tutti in ambito europeo e mondiale, mi accompagnava agli incontri del Fondo Monetario e ai consigli di amministrazione del Gruppo Europeo e dell’Istituto Mondiale delle Casse di risparmio. Sempre attento, preparato, disponibile. Un mese prima di Washington eravamo stati in Perù. Negli anni aveva seguito Sandro Molinari, Norbert Plattner e Gerhard Brandstätter. Lo conoscevo da tempo perché facevo parte della delegazione estera come supplente prima di diventare, due anni fa, titolare dell’incarico. E poi lo incontravo frequentemente in Acri negli anni in cui ero vicepresidente. Chris De Noose, direttore generale di ESBG e di WSBI, mio caro amico, aveva di Sergio una stima infinita. Un giorno mi vide piangere sull’aereo e si spaventò temendo problemi seri. In realtà mi erano venute le lacrime per un
episodio quasi insignificante che gli spiegai rassicurandolo. Stavo guardando durante il volo di ritorno da Washington “Nuovo cinema paradiso” di cui tanto avevo sentito parlare ma che non avevo mai visto. Il film di Giuseppe Tornatore è noto a tutti. Ad un certo punto Alfredo si rivolge al giovane Salvatore dicendogli che occorre “scappare di notte” da quel borgo isolato per avere un futuro. Quella frase mi colpì: era la stessa che mi ripeteva mia madre, molti anni prima che uscisse il film, per spiegarmi che non
potevo certo immaginare di realizzarmi a Grinzano dove oggi non ci sono neanche più le scuole elementari. Sergio era così attento che colse subito il mio stato d’animo e ascoltò con interesse il mio racconto. Il posto di Sergio Perruso è stato assegnato a Francesco Coccia, giovane e brillante funzionario di Acri. Per il momento non mi ha ancora visto piangere.