Serie A, Juventus-Napoli 2-1: bianconeri al terzo posto

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Una reazione d’orgoglio, nella partita più attesa (sotto ogni punto di vista). La Juventus si riscatta dopo i due passi falsi contro Benevento e Torino, vincendo uno scontro diretto fondamentale per la corsa all’Europa che conta. Lo fa con una prestazione di livello, sia per la qualità messa in campo in fase offensiva, sia per la capacità di compattarsi e soffrire quando ce n’era bisogno. Trainata da un incontenibile Chiesa, dalla leadership e dalle parate di Buffon, dalla carica di un giocatore della cui importanza molti sembravano essersi dimenticati, come Dybala. Nulla è ancora deciso, l’andamento altalenante della squadra bianconera in questa stagione non può certo lasciare tranquilli, ma l’iniezione di fiducia sicuramente ci sarà. Il Napoli, dal canto suo, può rammaricarsi per l’ennesima gara ben giocata (specialmente nel secondo tempo, molto meno nel primo), ma poco concreta. Tante occasioni sprecate, qualche scelta sbagliata (Mertens contro i giganti Chiellini-De Ligt) e una sveglia arrivata un po’ troppo tardi. Nella sfida di Marassi con la Samp bisognerà necessariamente riprendere la corsa.

A sei mesi dalla data originaria le due squadre scendono in campo affrontandosi a viso aperto e prendendosi anche qualche rischio, ma è la Juve a mostrare di gran lunga l’atteggiamento più aggressivo in avvio. La prima grande chance per i bianconeri arriva dopo appena 2′, ma Ronaldo cicca di testa sul cross di Danilo e spedisce a lato completamente solo. Il portoghese si infuria con se stesso, ma si rifà al 13′: Chiesa ubriaca Hysaj con una magia e crossa in mezzo per lui, che questa volta non sbaglia l’appoggio facile alle spalle di Meret. Una volta sbloccatasi, la partita si assesta su ritmi meno tambureggianti, con i bianconeri che si mettono in gestione e i partenopei che faticano a trovare guizzi interessanti per entrare in area. Al 35′ i padroni di casa possono recriminare per un evidentissimo intervento falloso di Lozano su Chiesa, ma Mariani non fischia nonostante il check a distanza del Var. In maniera altrettanto clamorosa (e dando il sospetto di una “compensazione”), arbitro e Var non assegnano un rigore in area bianconera, per fallo di Alex Sandro su Zielinski. Due errori incredibili, che sancisono l’1-0 a fine primo tempo.

La prima grande occasione della ripresa capita sul destro di Di Lorenzo, lasciato colpevolmente libero di inserirsi e calciare, ma Buffon è attentissimo a respingere. Il Napoli cresce col passare dei minuti, scoprendo il fianco a qualche contropiede, ma pressando la Juve in maniera sempre più insistente. Il tecnico calabrese getta nella mischia anche Osimhen e Politano, schiacciando ulteriormente una Juve un po’ in affanno. Buffon è super su Insigne al 59′ e su Fabian Ruiz al 70′ e allora, per togliere un po’ di pressione ai suoi, Pirlo inserisce i “reintegrati” McKennie e Dybala. L’argentino ci mette quattro minuti esatti a mettere la sua firma sul match, con un sinistro chirurgico e liberatorio, dopo il lungo calvario (fuori dal 10 gennaio, non segnava dal 3). Il match sembra chiuso, ma un fallo ingenuo di Chiellini su Osimhen al 90′ consente a Insigne di trasformare il rigore della speranza, che però si rivelerà solo un’illusione.