GENOVA – I lavoratori impegnati nei Servizi Sociali del Comune di Genova stanno affrontando e sopportando da tempo e quotidianamente le difficoltà di gestione di un ambito molto delicato dei servizi comunali, rivolto a persone in stato di fragilità.
Negli ultimi anni il carico degli adempimenti ed il numero di “casi”, così come la loro complessità, sono aumentati in uno scenario di costante disinvestimento generale nei servizi sociali.
A questo si è sommato, nel corso dei mesi scorsi, l’infamante parallelo con il caso giornalistico di Bibbiano, che ha sottinteso che tutti gli sforzi e l’esposizione personale non fossero neppure indirizzati in una direzione utile alla collettività.
Tanto che gli operatori, in una prima fase inascoltati, sono stati costretti ad entrare in conflitto con l’Amministrazione, scioperando, per chiedere parole chiare rispetto alla qualità del loro lavoro e investimenti in personale, mezzi e tutele.
La loro protesta ha consentito l’apertura di un tavolo sindacale con gli Assessori Fassio e Viale, di cui il Sindaco Bucci si è fatto garante.
Alcuni primi impegni sugli investimenti sono stati assunti dall’Amministrazione ma serve un’azione forte, anche culturale e mediatica, per cancellare ogni traccia, nell’opinione pubblica, delle sterili accuse rivolte, anche indirettamente, verso l’operato dei lavoratori.
Serve che ognuno di noi faccia la sua parte.
Consolidare la qualità del lavoro, gli investimenti, il modello di presa in carico, la reputazione positiva dei servizi e l’autonomia di valutazione delle equipe di specialisti, che li compongono, vuol dire avere tutte le condizioni per erogare supporto di qualità ai cittadini in difficoltà.
Al di là degli interventi indispensabili per l’erogazione dei Servizi serve però un impegno collettivo per costruire e far accogliere un modello di Sociale che non si limiti all’assistenza ma abbia l’obiettivo di evitare ai più fragili la marginalità.
E’ necessario contrastare la povertà: contrastare la povertà materiale attraverso meccanismi di predistribuzione, contrastare la povertà di riconoscimento ricostruendo legami e percorsi di condivisione che mettano ciascuno in condizione di non sentirsi escluso.
Il Sindacato può fare la sua parte ma è solo attraverso un grande sforzo di partecipazione che si può auspicare di ottenere quel cambiamento di cui avvertiamo la necessità.
Come Funzione Pubblica CGIL lavoriamo per tutelare i lavoratori ed al contempo per migliorare i servizi, a partire da quelli a carico del Comune.
Abbiamo l’obiettivo di superarne la frammentazione per portarli ad essere sempre più di sostegno a chi è in difficoltà ma questo nostro lavoro deve essere inserito in un contesto di movimento che porti, nel tempo, a cambiare il paradigma culturale di considerazione dei Servizi Sociali.
E’ necessario costruire una rete che lavori per far si che tutti i soggetti che di Sociale si occupano si muovano di concerto per una vera trasformazione e che monitorino insieme gli esiti di qualunque investimento e di ogni modifica organizzativa che si riesce ad ottenere.
A partire da queste ragioni, riteniamo che, nel rispetto ognuno del proprio ruolo e delle proprie prerogative, serva un confronto serrato tra tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non, per poter raccordare la vertenza sindacale sostenuta dai lavoratori con le altre iniziative che sono in corso e cercare di fare fronte comune a difesa di un settore che, soprattutto in questa lunga fase di difficoltà economica e fragilità sociale è centrale per la città di Genova.
Siamo certi che questa azione di dialogo e raccordo possa essere utile a tenere alta l’attenzione sulla valenza dei servizi sociali nel loro complesso e possa portare alla condivisione di un protocollo il più allargato possibile e che tenga insieme tutte le istanze e rappresentanze dei soggetti coinvolti.
FP CGIL Genova e FP CGIL Comune di Genova