Settant’anni fa l’alluvione del Polesine, Mattarella: ricordare è un dovere

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Sono trascorsi settant’anni dalla devastante alluvione del Polesine, che si scatenò la sera del 14 novembre 1951 con la rottura degli argini del Po a Occhiobello e Canaro

Fu una catastrofe: morti, sofferenze, sfollati a decine di migliaia, case sommerse dal dilagare incontrollato del fiume, coltivazioni e allevamenti distrutti in un’area assai vasta, anzitutto la provincia di Rovigo ma in parte anche quella di Venezia”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“La Repubblica era giovane, il popolo italiano – ha sottolineato – aveva da poco intrapreso la strada della ricostruzione nella libertà. La tragedia si abbatté sulle popolazioni del Polesine, che conoscevano bene povertà e sacrifici e che si videro costrette, d’improvviso, alla più dura lotta di sopravvivenza. Le immagini in bianco e nero degli sfollati, i volti scolpiti da dolore e paura, toccarono il cuore degli italiani e lasciarono un segno profondo, benché quelli fossero gli anni in cui era rinata la speranza”.