Shopping on line dei profughi per centinaia di euro al centro di accoglienza: bufera a Firenze

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Acquisti per 212 euro frutto di uno shopping on line da un noto sito di moda fatto da un centro di accoglienza profughi. Niente male. Soprattutto se la storia si ripete molto spesso. Sta creando molte polemiche la denuncia del consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti. Dare un’occhiata alla sua pagina Facebook per farsi un’idea. Il consigliere ha pubblicato la foto di un pacco da 212 euro «recapitato ad un migrante di una struttura di accoglienza della provincia di Firenze». L’episodio è riportato da “FirenzeToday.

«Da quale miseria scappano?»

Commento: «Continua lo shopping on line dei migranti nei centri di accoglienza toscani. Tutti i giorni i corrieri effettuano consegne. Mi dite chi scappa dalla miseria e forse anche da una guerra come fa a permettersi un acquisto di € 212,93 ? Dove li prendono i soldi?». Domanda pertinente.
I profughi aggirano la direttiva

Infatti Alberti non da oggi monitora la questione. Afferma infatti di ricevere molto spesso informazioni di questo genere. Il consigliere – ha spiegato al Giornale – di aver effettuato numerose segnalazioni alla prefettura. Niente. «Servono controlli», dice. Il contenuto della circolare emessa dal prefetto Laura Lega parlerebbe chiaro. «In essa si determinavano orari di rientro anticipati nelle strutture d’accoglienza per gli ospiti stranieri ed un controllo più serrato sul contenuto dei pacchi ricevuti prima della consegna al destinatario». Il tutto rimane sulla carta. La circolare è ancora in vigore e per aggirarla ecco come fanno i migranti “furbetti” per evitare di attirare l’attenzione. «I migranti per eludere i controlli sui pacchi se li fanno consegnare in strada», spiega il consigliere.

«Le risorse destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo – ha denunciato più volte il consigliere – servono a coprire tutte le necessità degli ospiti delle strutture (pulizie, vitto, beni di prima necessità), ma agli stessi ospiti viene corrisposta una somma ulteriore di 2.50 euro al giorno. Ora da varie segnalazioni di corrieri risulta che ogni giorno in Toscana avvengano molte consegne di prodotti di vario tipo acquistati on line e destinati alle strutture dove sono ospitati i richiedenti asilo”. È evidente che questi acquisti on line non possono, vista l’esiguità della somma, essere coperti dal poket money di 2.50 euro al giorno fornito a ciascun ospite. A che titolo e con quali risorse sono effettuati tali ordini d’acquisto?                                   fonte https://www.secoloditalia.it/