Si chiamava Irene Duclos Parenti: era nata in Francia, ma giovanissima si era trasferita a Firenze

0
145

Pare che fosse stato lo stesso Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, a notare il talento di questa giovane pittrice mentre si esercitava nella copia dei capolavori dei “grandi maestri” presso la “Galleria Fiorentina”.
Si chiamava Irene Duclos Parenti: era nata in Francia, ma giovanissima si era trasferita a Firenze.
All’epoca la città era meta obbligata del Grand Tour e i ricchi signori erano soliti acquistare, come souvenir, copie di opere celebri. Irene divenne quindi una delle copiste più gettonate del suo tempo.
Nel 1773 Pietro Leopoldo le commissionò il ritratto di Joseph Eckhel, un gesuita ed esperto di numismatica al servizio del Granduca. Il risultato fu talmente soddisfacente che due anni dopo Irene ottenne un incarico molto importante presso la Casa Imperiale: la copia della Madonna del sacco di Andrea del Sarto, un affresco nella Chiesa della Santissima Annunziata che si stava rovinando.
La copia che l’artista fece dell’affresco, oggi esposta nella Galleria dell’Accademia, divenne un simbolo di quell’epoca.
Insieme al marito Gio Batta Duclos continuò a realizzare e a vendere copie di dipinti famosi a turisti danarosi fino a tutto il 1780, quando si trasferì a Roma per apprendere l’arte della pittura a encausto.
Qui si fece apprezzare anche come poetessa, tanto che fu accolta presso l’Accademia dell’Arcadia con lo pseudonimo di Lincasta Ericinia.
Tornata a Firenze due anni dopo, la sua bottega divenne un centro di produzione di copie, ma anche di opere originali a encausto e a pastello, dove studenti da tutta Europa venivano ad imparare l’arte del dipingere.
Irene fu una donna straordinaria che, con la sua bellezza e la sua arte, affascinò artisti, letterati e personaggi di spicco del suo secolo, italiani e stranieri.
“Irene Parenti non volgare pittrice Fiorentina in specie nel far ritratti […] condusse con questo metodo varie belle teste in parte ritratte da statue in parte ideali imitanti l’antico con una facilità e prontezza incredibile. Le vendeva assai caramente ai curiosi e segnatamente agli stranieri.”
Nel 1783, per entrare all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dipinse uno splendido autoritratto di gusto neoclassico nel quale si ritrasse con gli strumenti di pittura.
L’opera in seguito entrò a far parte della collezione degli autoritratti degli Uffizi.
Alla sua morte dissero di lei: “Essa si è fatta molto distinguere in diverse Opere tutte sue, non meno che nelle copie di molti quadri d’insigni Autori, che sono state oltremodo applaudite dagl’intendenti, e ricercate da Personaggi della più gran distinzione. La sua morte è stata compianta giustamente dal coro numeroso degli ammiratori del suo raro talento.”
Irene Duclos Parenti, Autoritratto, 1783, Uffizi