Si può dire che la nostalgia riempia le mie giornate anche adesso che il calcio l’ho un po’ accantonato

0
91

Ma è una nostalgia non malinconica, perché suscitata da ricordi felici.
La mia vita è semplice, lo era anche allora. Cercavamo un calcio di relazioni umane, non troppo esasperato, dove al centro di tutto ci fossero le persone. Ne portammo 10 mila a Wembley, ma poi tornavo sempre al mio trattore.
Sapevamo che il calcio comincia dalle persone ed è fatto per i tifosi. E poi c’erano giocatori importanti, è naturale, di quelli che non cambiano maglia tre volte in un anno. Ma era, soprattutto, gente semplice.

Avevamo un piccolo grande segreto: il gruppo accettava i miei limiti, e i limiti nel gruppo stesso. Era l’unico modo per lasciare il segno.
E il mio Parma lo lasciò. I giocatori per me si facevano in due, e io per loro. Se c’è una cosa di cui vado fiero, è sentire qualcuno che, quando capito a Parma, mi dice: “Eh mister, che bello quando c’era lei…”.

Sono tornato da presidente, in Serie D, con il sogno di un calcio biologico, come mi piacque definirlo: senza additivi, come la terra che coltivo. Ce l’avevamo quasi fatta, eravamo risaliti dopo anni tremendi, ma una volta messa la testa fuori dal fango erano tornati certi comportamenti inaccettabili. Io facevo il presidente, e cacciarono l’allenatore senza neanche dirmelo. Così salutai tutti e addio.
La realtà è che serve un passo indietro da parte di tutti. Il calcio potrebbe essere un formidabile veicolo di comunicazione positiva fra le persone, eppure è sempre più esasperato e confuso, in troppi vendono fumo. E il fumo si vede.

Vedo Ancelotti o Lippi ancora in panchina, penso che forse potrei esserci pure io. Mi piaceva tanto. In quei 7 anni indimenticabili abbiamo vinto, perso, sofferto anche, ma restano indelebili. Ogni tanto la voglia mi viene. Credo però che oggi la dimensione umana del calcio mi deluderebbe non poco.
Poi i miei figli mi rimettono in carreggiata, ricordandomi che il calcio mi ha già dato tutto, e io torno volentieri al vigneto. Hanno ragione. Però, nella vita, mai dire mai.»

Un tecnico vincente, giramondo, un vero uomo di sport, grande produttore di vini, che dopo aver reso grande e temuto il Parma negli anni ’90, ha anche allenato e vinto in giro per l’Europa tra Borussia Dortmund, Besiktas, Shakthar e Spartak Mosca.
Compie oggi 72 anni Nevio Scala! Tanti auguri!                                                                                       fonte calcio totale facebook