Sondaggio: De Luca avanti di 21 punti su Caldoro!

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Le elezioni regionali e il referendum costituzionale del 20 e 21 settembre assumono una rilevanza particolare per i possibili riflessi politici a livello nazionale in una fase molto delicata della vita del Paese.

Tuttavia, a differenza del passato, quando le elezioni locali venivano considerate una sorta di ordalia, un test nazionale per misurare la forza dei partiti o la tenuta delle alleanze, l’emergenza sanitaria ha riassegnato un ruolo di primo piano alle regioni che, non a caso, hanno visto aumentare tra i cittadini il livello di fiducia che è salito dal 48% dell’aprile 2019 al 60% nell’aprile di quest’ anno, per poi attestarsi al 57% di luglio.

In questa fase alcuni governatori si sono particolarmente distinti e ciò sembra avere determinato un forte impatto sulle opinioni degli elettori e sugli orientamenti di voto.

Il sondaggio odierno, realizzato in vista delle elezioni in Campania, ne è una conferma: il presidente in carica Vincenzo De Luca è accreditato di un vantaggio molto netto (oltre 21 punti) sul principale avversario, il candidato di centrodestra Stefano Caldoro con cui si confronterà per la terza volta negli ultimi 10 anni.

Un vantaggio cospicuo, frutto di più elementi, a partire dall’elevato apprezzamento per l’operato dell’amministrazione uscente: quasi due campani su tre (62%) esprimono un giudizio positivo mentre il 30% si mostra critico. Le valutazioni positive sono molto presenti anche nell’elettorato di centrodestra (48%) e in quello pentastellato (39%).

Non stupisce quindi che il 50% degli elettori ritenga che chiunque vinca le prossime elezioni dovrà proseguire nel lavoro portato avanti da De Luca, contro il 35% che auspica un cambiamento sostanziale. In dettaglio, stimando una partecipazione al voto del 54%, De Luca si attesta al 50,4% (in crescita del 9,3% rispetto al 2015), Caldoro al 29% (in flessione del 9,4%), e Valeria Ciarambino del M5S, già candidata nel 2015, al 15,8% (-1,7%).

Gli altri candidati ad oggi scontano una notorietà molto inferiore (risultano conosciuti tra l’11 e il 15% degli elettori) e sono accreditati di valori inferiori all’1% con l’eccezione di Giuliano Granata (Potere al Popolo) al 2,2%. Indubbiamente la prorompente personalità di De Luca rappresenta un elemento fondamentale del suo consenso.

I voti per il presidente uscente sopravanzano quelli per le liste della sua coalizione di quasi tre punti, mentre per Caldoro e Ciarambino si registra il fenomeno opposto, cioè ottengono meno voti rispetto alle liste di appoggio.

Ma altrettanto importante risulta la capacità politica di De Luca: potendo contare su ben 15 liste può rappresentare segmenti sociali e politici molto variegati e trasversali.

E a proposito del voto di lista emergono alcuni dati interessanti: il Pd con il 19,2% si colloca al primo posto, rimanendo sostanzialmente stabile rispetto sia alle Europee sia alle Regionali 2015;

a seguire, nella coalizione di centrosinistra, si colloca la lista De Luca presidente con il 12,2% (nel 2015 ottenne il 4,9%), poi Campania libera con il 4,1% (contro il 4,8%) e l’insieme delle altre liste in appoggio a De Luca che complessivamente ottengono il 12%.

Nel centro destra Forza Italia prevale sugli alleati con il 14% mantenendosi sui risultati delle Europee, seguita da FdI con il 10,2% (quasi il doppio delle Europee e delle precedenti Regionali), quindi la lista Caldoro presidente con il 4,1% (contro il 7,2% del 2015) e infine la Lega con il 3,3%, in forte arretramento rispetto alle Europee quando fu il partito più votato con il 19,2%. A meno di clamorose sorprese nelle ultime tre settimane di campagna elettorale, sembra quindi profilarsi una conferma di De Luca alla guida della Campania.                                                                                                            Nando Pagnoncelli