Spesso le donne non denunciano

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O se denunciano non lo fanno fino in fondo o per paura di ritorsioni più gravi, o perché semplicemente, tendono ancora a “giustificare” il partner violento.
Clara Ceccarelli era una di queste donne. Una donna che non aveva avuto il coraggio di fare il nome e il cognome di chi la perseguitava e che era riuscita a trovare la forza di fare soltanto una denuncia anonima.
Bisogna essere più pronti ad accogliere piccoli passi. Penso alle parole dette e non dette. Alle denunce anonime a cui dobbiamo cercare di dare un volto e un nome.
Le nostre caserme devono diventare dei presidi veri e propri. E per farlo c’è bisogno di una nuova sensibilità, di corsi di formazione adeguati e di protocolli chiari da attivare subito quando ci troviamo davanti a una donna vittima di violenza.
C’è inoltre bisogno di prevenzione, a cominciare dalla scuola, dai programmi scolastici che é necessario aggiornare con corsi di educazione all’affettività come del resto chiede la
Convenzione di Istanbul che, all’articolo 14, parla di l’inserimento dell’educazione all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado.
É necessaria una vera e propria alfabetizzazione affettivo-emotiva da sviluppare trasversalmente alle discipline curricolari, consolidandosi come materia.
Sono troppe le donne che continuano a morire per mano di uomini violenti. È ora di reagire con forza.