SPORT e LGBT / Presidente Federazione Italiana Pesistica, sul caso dell’atleta neozelandese transgender

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SPORT e LGBT / Presidente Federazione Italiana Pesistica, sul caso dell’atleta neozelandese transgender: “ormone maschile ha costituito una figura biologica diversa da quella femminile”

Milano – Sul caso della sollevatrice di pesi transgender, la neozelandese Laurel Hubbard, ammessa a partecipare alle Olmpiadi di Tokyo nella categoria femminile, il presidente della Federazione Italiana Pesistica, Antonio Urso, risponde a MOW magazine: “Inevitabilmente l’ormone maschile, il testosterone che ha formato questa persona per un lungo periodo, ha costituito una figura biologica diversa da quella femminile”. Il magazine lifestyle del gruppo AM Network ha intervistato il presidente del FIPE in merito alla vicenda dell’atleta 43enne, che fino al 2012 era Gavin Hubbard di sesso maschile e che cinque anni più tardi provocò diverse proteste, da parte delle atlete in competizione, a seguito della prima medaglia internazionale conquistata nel 2017 nella categoria femminile.

Secondo le direttive del Comitato Olimpico Internazionale, l’atleta neozelandese rispetta i parametri di dieci nanomoli di testosterone per litro di sangue, che corrisponde alla soglia per l’ammissione alla competizione olimpica. “Ci sono gli studi relativi agli atleti che usano sostanze anabolizzanti. Il muscolo viene stimolato e produce nella cellula muscolare una memoria. E anche se questi ormoni non vengono più assunti, la memoria di questa cellula è capace di fare altro rispetto alla memoria di una cellula che non è mai stata stimolata in quel modo. Questo va dimostrato, per capire se produce vantaggi o svantaggi”, dichiara a mowmag.com il presidente della Federazione Italiana Pesistica, Antonio Urso, concludendo: “comunque, nessuna preclusione di principio agli atleti transgender.”

https://mowmag.com/sport/sport-e-transgender-antonio-urso-fipe-l-ormone-maschile-porta-vantaggi-anche-se-non-presente-da-tempo