Stati generali M5S a novembre

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Tutto e subito. Spazzare via il vecchio per fare largo al nuovo Movimento 5 Stelle, quello lontano da Davide Casaleggio. Sarebbe dovuto essere un percorso lungo, carico di riflessioni, di confronti, consultazioni online e in assemblea. Con traguardo finale a marzo. E invece la nuova organizzazione pentastellata sarà decretata nel giro di un mese. Dal 7 al 9 novembre saranno celebrati gli Stati generali, e questa sarà la tappa finale. I fatti delle ultime quarantotto ore hanno imposto un’accelerazione. Venti di scissione, soffiati da Alessandro Di Battista, e battaglie legali paventate da Davide Casaleggio hanno fatto precipitare gli eventi.

Con ogni probabilità nella tre giorni di Congresso, che dovrebbe tenersi a Roma, sarà decisa la struttura da dare al Movimento 5 Stelle. Capo politico o gestione collegiale? Per ora si propende per la seconda. E contestualmente sarà avviata la votazione per decidere i componenti.

Nelle prossime ore ci sarà la riunione tra i big grillini, tra cui Vito Crimi e Alfonso Bonafede, in quanto capo delegazione del Movimento, per decidere le prossime tappe. Prima di tutto saranno scelti i componenti della struttura organizzativa degli Stati generali, coloro che dovranno gestire questa fase di transizione, organizzare le assemblee sul territorio e scegliere le modalità del congresso.

C’è chi, come Luigi Gallo, si aspettava qualcosa di più strutturato: “Ascolto in ogni Comune e per farlo è necessaria una organizzazione fisica ramificata sul territorio con responsabili comunali, provinciali e regionali che sappiano fare rete e dare risposte anche a chi non utilizza gli strumenti digitali”, dice in un’intervista a Repubblica: “Gli Stati Generali di M5s servono a realizzare un confronto democratico di tutte le idee del M5s e dobbiamo coinvolgere anche gli 11 milioni di cittadini che ci hanno votato nel 2018 per chiedere un impegno diretto nella politica locale”.

Basterà così poco tempo? Difficile. Il percorso da intraprendere sul territorio sarà solo annunciato e rinviato a dopo il congresso. Intanto, nel Movimento, è necessario scegliere la struttura direttiva per mandar via Vito Crimi, a cui nei fatti Luigi Di Maio e gli altri big hanno affibbiato la colpa della sconfitta elettorale nelle regioni e allontanare Casaleggio. Quindi rendersi autonomi. Sarà anche presentato un documento nel quale si chiedere ufficialmente all’associazione Rousseau di essere semplicemente un fornitore esterno di servizi. I parlamentari vogliono liberarsi del bonifico mensile dei 300 euro.

Tema che si intreccia alla proprietà del simbolo M5s e ai dati sensibili. I vertici grillini pretendono da Davide Casaleggio la lista degli iscritti, che solo i server dell’associazione Rousseau possiede. Quindi Casaleggio junior che è presidente. Bisognerà decidere anche come e se fare le votazioni online, perché in questo caso bisognerà necessariamente passare dal figlio del co-fondatore. Di conseguenza decidere che ruolo avranno gli iscritti, quale sarà il loro peso politico nelle decisioni. Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, un tempo amici ora alla guida di due opposte fazioni, potrebbero arrivare alla conta. Sul piatto c’è di tutto, c’è anche la legge elettorale, in chiave alleanze future. E se prevale una “linea maggioritaria”, ha già annunciato l’ex deputato, “sono pronto a prendere altre strade”. Bisognerà vedere chi davvero lo seguirà.                                                                                                                         (Gabriella Cerami – huffingtonpost.it)