Tanto rumore in questi giorni sui quotidiani

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Si leggono interviste vuote o autoreferenziali oppure racconti di litigi, di nottate dai lunghi coltelli, tradimenti, porte sbattute in faccia e di gente arroccata dietro alle proprie scrivanie con lo sguardo all’orizzonte che riesce, però, solo a guardarsi l’ombelico.

Quale contesto migliore poteva scegliere Elkann per punire con la penna Alessandro Di Battista? Infatti, ieri, un articolo poi ripreso da altre testate, sul Corriere della Sera raccontava un Alessandro Di Battista che quello che tocca fa diventare un fallimento.

Elkann ha una sorta di jukebox. Sceglie il bersaglio, infila la monetina e fa cantare la storia meschina da Fabrizio Roncone, Aldo Grasso o qualcun altro.

Ieri era di turno Roncone e il bersaglio Alessandro. Ne viene fuori un’intera pagina di livore in cui sono infilati anche moglie e figlio. Senza scrupoli.

Roncone rimuove e non scrive che Alessandro Di Battista ha coinvolto centinaia di migliaia di persone da solo girando tutta l’Italia in scooter ai tempi del referendum costituzionale. Non scrive di quando è andato ad Arcore a leggere la sentenza a carico di Berlusconi. E non gli riconosce la buona parte di merito che ha nell’aver fatto arrivare al 33% il M5S.

Roncone, su mandato di Elkann, si sforza nel far credere che un ex deputato della Repubblica che conduce una vita normale con la sua famiglia sia sinonimo di fallimento. Vuol far intendere che un ex deputato che lavora e che viaggia per raccontare il resto del mondo a chi vorrà leggerlo e guardarlo è diventato un poveraccio.

Tornando al rumore di questi giorni sui quotidiani, in realtà, tutti quanti dovremmo fare molta più attenzione a quelle vite normali che guardano la politica in attesa di risposte e un ex deputato che sceglie di far politica non solo nei palazzi ma con l’ascolto e la vicinanza alla gente, è un esempio.

Barbara Lezzi