TASSA SUL DIGITALE – VERSO UN’EUROPA PIU’ GIUSTA

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tassa digitale

In Europa e nel Mondo assistiamo ogni giorno a una sempre più rapida transizione digitale

Accompagnata da innovazione e crescita, ma anche da nuove e importanti sfide per la società e l’economia europee. L’Unione Europea deve andare di pari passo con il cambiamento e adattare i propri ordinamenti a nuovi modelli economici che ogni giorno cambiano le nostre abitudini, persino il nostro modo di lavorare e studiare, di fare acquisti online e di comunicare.

È indubbio che la digitalizzazione dell’economia offra vantaggiosi servizi ai cittadini, ma allo stesso tempo, se non adeguatamente regolata, minaccia il corretto funzionamento del mercato unico. Anche durante la pandemia, infatti, le nuove imprese digitali e le grandi piattaforme online come Facebook, Google e Amazon hanno ottenuto grossi profitti e avuto la possibilità di farli in un Paese (anche grazie all’utilizzo dei dati degli utenti online), senza però dover pagare le tasse in quella giurisdizione. In un periodo in cui paesi, lavoratori e cittadini stanno sostenendo spese ingenti per affrontare la crisi del COVID-19, una fiscalità di questo genere non è equa.

Pertanto, in Commissione bilanci sto lavorando come relatore del mio gruppo sul dossier che richiede l’introduzione di una Digital Tax europea, cioè una tassa alle imprese digitali per ripristinare l’equità fiscale e garantire parità di condizioni nel mercato unico europeo.

La nuova tassa digitale dovrà inoltre entrare a far parte del paniere di nuove risorse proprie entro il 2023, come previsto dall’accordo inter-istituzionale dello scorso dicembre, contribuendo a finanziare il piano per la ripresa Next Generation EU. Queste risorse sono determinanti per promuovere un piano di investimenti pubblici verso un’Europa più resiliente, verde e digitale, oltre che alla creazione di un’economia europea più equa e competitiva.

Elisabetta Gualmini