Terra dei fuochi, la Cassazione annulla la confisca dei beni ai Pellini

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La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 200 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area di Acerra, comune dell’hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi. I beni dovranno essere ora restituiti ai Pellini.

Alla Suprema Corte si erano rivolti i difensori dei tre imprenditori, gli avvocati Francesco Picca, Stefano Preziosi e Paola Tafuro, che avevano chiesto ai giudici della Cassazione di dichiarare l’inefficacia del decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli il 19 giugno del 2023 perché affetto da vizio di tardività, in quanto preso oltre il termine di 18 mesi prescritto per emettere un provvedimento di secondo grado.

E sull’annullamento da parte della Corte di Cassazione il deputato M5s Federico Cafiero De Raho ha chiesto una informativa del ministro Carlo Nordio in aula. “È opportuno che quest’aula non venga considerata come il quarto grado di giudizio”, ha detto biasimando la richiesta il deputato di Azione Enrico Costa. “Si tratta di una intromissione inammissibile sulla sentenza della Corte di Cassazione, una intromissione che non abbiamo sentito sul dossieraggio, è un doppiopesismo che non accettiamo da questi giustizialisti”, ha commentato l’azzurro Pietro Pittalis. Sulla stessa linea Davide Bellomo della Lega, Carolina Varchi di FdI,Roberto Giachetti di Iv, Pino Bicchielli di Nm.