Terzo settore: presidenza Cr, 75 anni di Efa richiamo al bene comune

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Una giornata di festa, certamente, ma anche di riflessione. Il convegno con cui l’Ente friulano assistenza (in sigla Efa) ha voluto celebrare i suoi 75 anni si è trasformato in un’occasione per ragionare sul significato di un’istituzione che ha aiutato centinaia di famiglie, generazione dopo generazione.

Al centro del dibattito all’auditorium del villaggio Bella Italia c’era infatti, a 25 anni dalla morte, la figura del fondatore dell’ente, monsignor Abramo Freschi, “imprenditore della carità” secondo la felice definizione dello scrittore Roberto Tirelli.

Lignano Sabbiadoro (Ud) – All’intensa giornata ha partecipato anche il presidente del Consiglio regionale, che ha centrato il suo intervento sulla parola compassione, richiamandone la definizione di Boccaccio (“è umana cosa la compassione per gli afflitti”) e osservando che fu proprio quel sentimento a ispirare l’azione dell’ente, in un periodo storico in cui questo modo di agire era naturale, condiviso e praticato anche dalle persone che non godevano di condizioni di particolare agiatezza.

Il presidente, che parlava a nome di tutta l’Assemblea legislativa, si è chiesto se dopo 75 anni questo vasto sentimento di compassione sia ancora presente nella nostra società, o se invece non abbia preso il sopravvento la mera ricerca del successo e dell’accumulo di beni.

La storia dell’Efa e della filosofia che continua ad ispirarla dovrebbe allora costituire un richiamo al bene comune, richiamo che – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale – va fatto innanzitutto alle istituzioni, perché nel tempo anche in Fvg il legame con il popolo si è allentato, e occorre lavorare per recuperare quell’intreccio, che è anche alla base del successo delle opere di assistenza. Nel solco dell’esempio di monsignor Freschi che è stato capace di esprimere al meglio questo grande sentimento di umanità.

Il convegno ha affontato anche lo scenario del futuro dell’ente, prendendo spunto da quelli che il presidente della Fondazione Efa, Giancarlo Cruder, ha definito “i raffreddori degli ultimi anni”. Lo stesso presidente ha ribadito che l’Efa non è una società immobiliare né un’impresa turistica né un’ organizzazione filantropica e che tutto ciò che rimane dalla gestione di proprietà immobiliari va interamente a quella parte di società che ha bisogno di risposte. Sul tappeto ci sono infatti i temi della tassazione degli enti no profit e delle concessioni demaniali. Sui quali si è diffuso Mario Nussi, docente di diritto tributario all’Università di Udine.

Anche il vicegovernatore, che rappresentava la Giunta regionale, ha affrontato il tema delle norme sul terzo settore, che dovranno tener conto dell’esperienza di Efa, mentre Roberto Tirelli ha riassunto il suo libro che tratteggia la lunga storia dell’ente. Sono intervenuti alla cerimonia anche l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, nelle vesti di “padrone di casa”, l’amministratore delegato di Bella Italia&Efa Village, Federico Delaini, e il sindaco di Lignano, Luca Fanotto. Presenti in sala anche alcuni consiglieri regionali.