Toccafondi: “Rientro a scuola: l’incognita sono i trasporti”

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Caro Direttore,
quando ho visto che l’assessore all’istruzione della regione Toscana aveva rilasciato un’intervista ampia e ben visibile, ho pensato: “finalmente”

Non solo perché in questo anno non c’era stata ancora occasione per avere un resoconto dei problemi che i ragazzi hanno avuto dopo un anno di Dad – resoconto che è arrivato invece dai dati Invalsi e non a caso si può parlare di catastrofe educativa per tanti – ma anche perché aspettavo la presa di posizione della stessa assessora sul nuovo anno scolastico che inizierà tra meno di due mesi.

Qua la delusione è stata grande. Sembra infatti che, secondo la regione, per non tornare in Dad bisogna assumere nuovi insegnanti e trovare nuovi spazi. Tutto è utile, intendiamoci, ma non mi sembrano questi i nodi centrali per mettere in un cassetto la Dad. Se si parla di “classi pollaio”, bisogna poi ricordare che, come l’ufficio scolastico ha dimostrato in audizione in commissione regionale, la media tra alunni ed insegnanti in Toscana è di 20 studenti per docente, si può fare meglio sicuramente ma bisogna anche dire che se ci sono classi di 30, e non va bene, significa che ci sono classi anche di 10.

Voglio, anche ricordare che il governo ha appena accolto un percorso di assunzioni e ha confermato 20mila docenti aggiuntivi del cosiddetto organico Covid che aiuteranno e non poco. Insieme a questo occorre anche dire che la scuola è fatta per i ragazzi e deve sempre puntare a migliorarsi. Oltre alla quantità ci dev’essere anche la qualità.

Se si vuole bene ai nostri giovani e al loro percorso educativo dobbiamo lavorare tutti assieme affinché nella scuola entri personale motivato, che abbia fatto un percorso formativo, che abbia superato una selezione, che abbia un giusto riconoscimento economico anche in proporzione all’impegno. Concetti come: merito, qualità, valutazione, devono essere centrali quando parliamo di percorso educativo, che deve sempre puntare al meglio e non alla mediocrità.È giusto fare di più e meglio sotto questo aspetto ma non credo che sarà questo il tema che ci consentirà di far tornare i ragazzi in classe e al 100% tra sessanta giorni.

L’anno scolastico passato, ci ha dimostrato che i trasporti pubblici possono essere un problema serio e che la soluzione per uscire dalla didattica a distanza sono i vaccini. Nell’intervista non ho trovato nessun riferimento ai trasporti, treni o bus, né ai numeri dei vaccinati tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni. Ad oggi, infatti, su 270.353 giovanissimi solo 42.836 (15,84%) hanno ricevuto la prima dose mentre solo 5.822 (2,15%) hanno ricevuto la doppia dose o la dose unica. Si torna al 100% in presenza solo se si cambiano questi numeri e i numeri si possono cambiare solo se la regione cambia passo.