L’ho incontrato decine di volte in vari raduni in “Padania” e non ha mai rifiutato un’intervista. A questo proposito vorrei ricordare che non mi è mai successo che un personaggio mi abbia detto di no. Ho chiesto interviste a cardinali, scienziati, scrittori, imprenditori, mai incontrato uno che avesse altro da fare e mi mandasse a stendere. Tutti sempre disponibii. Non parliamo dei politici che spesso, direttamente o tramite i loro addetti, mi chiamavano per sollecitare l’incontro. D’altra parte con un minuto di televisione catturi un ascolto superiore a decine di riunioni spesso faticose e poco affollate. Bossi era solito spararle grosse.
Una volta c’erano i fucili pronti ad essere imbracciati dal popolo furente, un’altra la secessione in procinto di essere attuata.
C’erano poi le incredibili cerimonie delle ampolle di acqua pura, riempite alle sorgenti del Po. Nessuno che contestasse queste
sgangherate iniziative. Tutti pendevano dalle sue labbra ed accorrevano festanti. Ovviamente i giornali dedicavano pagine a
Umberto Bossi il cui consenso aumentava di giorno in giorno. A livello personale il leader della Lega si mostrava sempre attento, simpatico e disponibile. Spesso era difficile interpretare le sue parole condite da minacce di improbabili insurrezioni che periodicamente annunciava. Alcuni errori, per lo più, commessi dalla sua famiglia lo hanno messo all’angolo.
Suo figlio “trota” ne ha combinate di tutti i colori fino alla laurea “acquistata” in Albania senza aver mai sostenuto un esame. E pagata con settantamila euro del Carroccio. Purtroppo anche la sua salute è stata messa a dura prova. Sulle circostanze in cui si sarebbe verificato questo aneurisma sono circolate leggende che oggi chiameremmo fake news.
Matteo Salvini ha preso in mano il partito e il “senatur”, suo malgrado, ha dovuto farsi da parte.