Una resistenza popolare per difendere la Costituzione

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Il problema non è la mancata soglia al premio di maggioranza, è l’elezione diretta del premier che non serve ne alla stabilità ne alla governabilità. Serve a dare quote di potere sempre maggiori al capo del governo. Questa l’analisi del costituzionalista napoletano Massimo Villone per il quale: altro che maggiori poteri al popolo. In realtà la riforma costituzionale voluta da Meloni cambierebbe completamente la filosofia della Carta togliendo rappresentanza popolo, riducendo enormemente gli spazi di partecipazione sia di cittadine e cittadine, che dei corpi intermedi.

Meloni afferma che tra le ragioni alla base delle riforme c’è la necessità di garantire stabilità e governabilità. Due principi così fondamentali da imporre lo stravolgimento della Costituzione?

Certamente non lo sono. E in ogni caso, ingovernabilità e instabilità non risiedono nel rapporto tra organi costituzionali, nella forma di governo e non si correggono con l’ingegneria istituzionale.

Basta guardare quel che succede oggi, le ragioni dell’instabilità sono dentro la maggioranza di governo sono nella coalizione, sono nella competizione fra partner di coalizione e quindi non c’è nessun marchingegno istituzionale che può risolvere il problema. Se questi sono gli obbiettivi del premierato, è una riforma sbagliata anche dal punto di vista di Meloni.