Universale e gratuito, il vaccino sia per tutti

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Da subito è stato chiaro che senza un vaccino le nostre vite non sarebbero tornate come prima. Per questo lo aspettiamo con tanta ansia. Se pensiamo che fino a qualche mese fa non conoscevamo niente di questo virus e oggi gli studi clinici per studiarlo sono tanti e sempre più avanzati, potremmo pensare di trovarci davanti ad un miracolo. E invece non è così: è la scienza che ha fatto passi da gigante e i ricercatori di tutto il mondo che non si sono fermati mai.

Al netto di antivaccinisti e negazionisti, tutti noi riponiamo nel vaccino le nostre speranze. Consapevoli che solo vaccinandosi, così come è stato nel passato per altre malattie che ora, fortunatamente, abbiamo quasi dimenticato, supereremo questa pandemia. Ma è stato chiaro fin da subito anche che questa vaccinazione deve essere per tutti. Non solo per qualcuno, non solo per pochi fortunati, non solo per i più ricchi.

Da subito ci siamo fatti promotori della campagna per una massima accessibilità – a cui hanno aderito moltissimi leader mondiali, fra cui Nicola Zingaretti -.

Ora che il traguardo sembra più vicino le parole di Papa Francesco, nel corso dell’udienza del mercoledì, indicano ancora di più la strada giusta da percorrere: bisogna “progettare la cura dei virus privilegiando coloro che ne hanno più bisogno. Che triste sarebbe se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi! Che triste se divenisse proprietà di una nazione e non fosse per tutti”. E poi ha aggiunto: “E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando – la maggior parte con denaro pubblico – si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato”.

Parole che hanno lasciato un’eco di approvazione e che guardano al futuro con speranza: “La pandemia ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo. E il virus, mentre non fa eccezioni tra le persone, ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi disuguaglianze e discriminazioni. E le ha aumentate! La risposta alla pandemia è quindi duplice. Da un lato, è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero. Dall’altro, dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli. In questa doppia risposta di guarigione c’è una scelta che, secondo il Vangelo, non può mancare: è l’opzione preferenziale per i poveri.” ha concluso il Pontefice.