“URGE LA LEGGE REGIONALE, MA LA GIUNTA NON HA IDEA DI COSA FARE”

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Derivazioni idroelettriche
SCANDELLA E PIZZUL (PD): “URGE LA LEGGE REGIONALE, MA LA GIUNTA NON HA IDEA DI COSA FARE”

MILANO – La legge nazionale del febbraio 2019 sulla Semplificazione interviene sulla disciplina dell’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua per uso idroelettrico, demandando alle Regioni la facoltà di disciplinare con legge regionale il rinnovo delle concessioni entro il 31 marzo 2020. Ma la Lombardia è in forte ritardo. “Non è solo una questione tecnica, ma politica”, dicono all’unisono Jacopo Scandella e Fabio Pizzul, consigliere e capogruppo regionali del Pd, che hanno presentato sul tema un’interrogazione a risposta immediata discussa stamattina, in Aula.

“Lo sfruttamento delle risorse idriche ha rappresentato in passato una grande ricchezza per lo sviluppo dei territori montani in termini di lavoro e risorse, ma negli ultimi anni ha visto diminuire in maniera consistente il numero di addetti impiegati negli impianti, gli investimenti, le manutenzioni del territorio e delle opere minimali, oltre al riconoscimento dei canoni aggiuntivi oggetto di una lunga vicenda giudiziaria”, hanno ricordato i dem illustrando la question time.

Non solo: “La nuova legge regionale che dovrà essere approntata diventa di vitale importanza per i territori montani, perché deve garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, interventi sui bacini imbriferi per manutenzioni e investimenti sulla sicurezza, adeguate compensazioni territoriali in termini di investimenti e lavoro, modalità di utilizzo dell’energia gratuita da riconoscere agli enti locali”, specifica Scandella.

Per questo, il Gruppo del Pd ha chiesto alla Giunta regionale “in quale direzione, in quali tempi e modalità intenda avviare il percorso di predisposizione della legge, in modo di permettere al consiglio regionale di affrontare una discussione ampia e approfondita. Ma per come ci hanno risposto, appare chiaro che non hanno idea di cosa fare”, dicono Scandella e Pizzul.

“Per noi non c’è dubbio che non si possono tutelare soltanto gli interessi delle società che utilizzano la risorsa acqua, come ci è sembrato di capire dalle risposte, ma anche e soprattutto i territori che dall’utilizzo di quella risorsa attendono lavoro e denaro per investimenti pubblici – conclude Pizzul –. Se è una questione politica, se la Giunta regionale non vuole intavolare una discussione pubblica, discutiamone nelle commissioni più opportune, in modo più riservato, ma è evidente che si tratta di una questione di visione del tema, di posizioni politiche e strategiche su di esso”.