Valente: “Il Pd uscirà dal tunnel, ma serve l’aiuto di tutti”

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“Il Pd napoletano sembra uscito dalla crisi: c’è una nuova generazione che, però, ha bisogno di chi ha avuto ruoli da protagonista e ora con generosità deve dare una mano”, ragiona Valeria Valente, senatrice del Pd: “Ora è il momento di voltare pagina e riprendersi palazzo San Giacomo”.
Pensa che il Pd stia uscendo dal tunnel?
“Sta facendo uno sforzo autentico per provare a guardare avanti, anche facendo tesoro degli errori fatti in passato”.
A cosa si riferisce, in particolare?
“Ad un Pd ed a una sua classe dirigente rinchiusi in se stessi. Ora invece vedo una volontà ad aprirsi, anche verso i nostri militanti oltre che all’esterno: questa nuova classe dirigente ha voglia di mettersi in gioco e per farlo serve lo sforzo di tutti noi. Non solo del partito ma anche di esterni che possano tornare a guardare con interesse verso di noi”.
Parla della società civile che vi ha mollato?
“Sì è, via via, allontanata anche per colpa nostra,. Ma il pd, vale per Napoli e a livello nazionale, rappresenta oggi l’unica forza riformista che può essere perno di una coalizione più ampia. Il vero problema però non è parlare delle sigle politiche ma riconquistare i tantissimi elettori che si sono allontanati.Alcuni verso De Magistris e poi delusi da lui cercano nuovi punti di riferimenti credibili”.
Ci riuscirà il Pd dopo gli sfaceli di questi anni?
“So bene come la nostra è una traversata nel deserto ma oggi finalmente vedo lo sforzo di chi si rimbocca le maniche. A cominciare dal segretario Sarracino che va sostenuto anche se la strada è tutt’altro che semplice”.
Come mai è così difficile?
“Napoli oggi è una città molto provata: interi pezzi di città vivono una crisi economica e sociale enorme. Non parlo solo delle periferie storiche come San Giovanni o Scampia ma anche di molte zone del centro storico: serve che i suoi abitanti, come accadeva un tempo tornino, tornino a fidarsi di noi. E per farlo occorre mettere in campo una classe dirigente credibile e coerente a partire dallo sforzo che faremo per il consiglio comunale e per la Città metropolitana”.
Il Pd si interroga sulla dichiarazione di dissesto: quale è la sua posizione?
“Il tema vero è che siamo già in dissesto perchè le imprese sono pagate dopo anni e i cittadini sono ormai senza servizi. Ora con un emendamento, ancora una volta grazie all’Anci, de Magistris ha ottenuto un’altra proroga. Vuol dire che tra qualche mese lascerà un debito triplicato rispetto a quello che ha trovato. Il tema, quidi, non è se dichiarare dissesto ma quando e chi debba farlo. Per me deve assumersi le sue responsabilità e non portare solo avanti nel tempo la questione”.
Due ministri, Amendola e Manfredi sono intervenuti alla kermesse del Pd. Uno dei due sarà il candidato sindaco?
“Li ho ascoltati entrambi con grande interesse e anche per questo sono convinta che siamo una forza politica capace di esprimere una classe dirigente credibile e autorevole e al contempo capace di immaginare cosa dovrà essere la Napoli”.
Cosa deve essere Napoli?
“La vera sfida è investire sulla qualità della pubblica amministrazione perchè sappia offrire servizi all’altezza,. Cosa che non fa il Comune di Napoli dove un’intera macchina amministrativa è stata svilita, compreso il sistema delle partecipate. Serve invece investire sui dirigenti e impiegati con criteri premiali oggettivi e on solo per fedeltà al capo come è accaduto in questi anni. In questo modo si possono offrire servizi non solo ai cittadini ma anche agli imprenditori che investano su questa città. E non parlo solo del turismo che rimane un settore nevralgico ma anche seguendo modelli simili a quelli dell’Apple Accademy di San Giovanni. Guardando anche a cosa abbiamo fatto in passato”.
A cosa si riferisce?
“La privatizzazione di Capodichino che ne ha fatto uno scalo con una crescita enorme. Questo per dire che i privati, come detto in questi nove anni dal sindaco, non sono certo il male assoluto. Anzi. Mentre scelte improntate tutte al pubblico come la riqualificazione di Bagnoli hanno mostrato criticità. Per questo serve ritrovare il meglio di quelle esperienze e riconoscerne gli errori. Guardiamo quindi avanti perchè abbiamo una nuova generazione che sta facendo uno sforzo importante e chi ha avuto ruolo da protagonista dia una mano”.
Con chi ce l’ha?
“Vale per tutti. Penso a personalità come Aida Cennamo che ora sta guidando il partito ad Avellino o a Umbero Ranieri. Dirigenti che, raggiunta una certa saggezza, possono ora mettersi a fianco dei più giovani in maniera costruttiva. Lo dico sulla mia pelle: nel mio percorso ho senti l’assenza di questa generosità nei miei confronti”.
A Bassolino viene chiesto di riscriversi al Pd.
“Non mi permetto di dare suggerimenti a nessuno ma è solo un bene se chi è andato via torni. Ma mi auguro che Bassolino dia una mano a questa nuova classe dirigente e a questo Pd”.