Valente: Ipocrita chiedere miracolo alle donne, cambiamento dipende da tutti

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“La discussione di queste ore sulla competizione per l’elezione della capogruppo alla Camera rischia di essere decisamente ipocrita. Proviamo a dirci parole di verità: anche così contribuiremo, se lo vogliamo davvero, a segnare un nuovo corso. Chi ha pensato che il problema della degenerazione del pluralismo interno si risolvesse in un giorno, con il cambio del segretario, com’è ovvio sbagliava: le parlamentari donne stanno competendo all’interno di un sistema che ha logiche, regole e linguaggi maschili dai quali ora nessuna e nessuno è in grado di emanciparsi del tutto, purtroppo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio e la violenza di genere.

“Il sistema in cui sono cresciute e maturate le diverse candidature, tanto alla Camera quanto al Senato – prosegue Valente – al netto della volontà delle stesse protagoniste che avrebbero di sicuro preferito, e io direi meritato, un altro contesto, è un sistema in cui la degenerazione, l’esasperazione, la cattiva gestione, la mancata sintesi del pluralismo interno ha non di rado mortificato merito e affermato logiche di filiera e di gestione e di promozione di leadership sbagliate, con modelli e pratiche decisamente maschili. Un modello che le donne hanno spesso subìto, talvolta forse usato, forse ancora poco combattuto, ma che di certo non hanno determinato. Un sistema che, del resto, lo stesso Zingaretti ha dichiarato essere la ragione principale delle sue dimissioni. Dobbiamo dunque dirci con chiarezza e senza ipocrisie che la vera sfida è questa e parte da oggi. Una sfida ambiziosa e complicata che non può certo essere caricata ancora una volta solo sulle spalle delle donne. Bisogna superare questo modello e ritrovare anche così il senso di una comunità, ma ciò dipenderà da tutti gli uomini e tutte le donne che oggi nei fatti guidano il Pd, a partire certo dal segretario ma non solo da lui. Non si può chiedere un miracolo né a Simona Malpezzi, né a Marianna Madia o a Debora Serracchiani: proprio perché siamo tutti Democratiche e Democratici, cambiare dipende da uomini e donne, non solo dalle donne”.