Venezia, si alzano le dighe del Mose, riuscito il test a Malamocco

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Stabile anche con le onde; il sindaco Brungaro: “Sarà il simbolo della resilienza della città”
Il ‘muro’ giallo si è sollevato dalla laguna nel buio della notte: il sistema di paratoie mobili del Mose ha superato positivamente a Venezia il primo test dopo la marea-record di 187 centimetri del 12 novembre. Si sono levate tutte le difese a mare della schiera di Malamocco, senza che si verificassero le vibrazioni dei tubi di pompaggio di aria e acqua che avevano fatto sospendere il 24 ottobre scorso le prove funzionali. La bocca di porto, tra l’altro, è l’ingresso in città via mare più importante, quello maggiormente utilizzato attualmente dal traffico mercantile e in predicato di diventare la nuova porta acquea per le navi da crociera. I test sono stati effettuati dalle 20.30 di ieri alle 4 di stamane. La barriera di Malamocco è l’accesso più profondo della laguna con i suoi -14 metri e si apre su un canale largo 380 metri. A fronteggiare l’acqua, incernierate ai cassoni di fondazione e di alloggiamento che in condizioni normali non sporgono dal fondale naturale, sono state posizionate 19 paratoie, ognuna delle quali è lunga 29,5 metri, larga 20 per uno spessore di 4,5 metri e un peso di 350 tonnellate. Alle prove, effettuate volutamente sia in condizioni di marea normale che di moto ondoso, ha voluto assistere il sindaco Luigi Brugnaro, affiancato dai tecnici del Consorzio Venezia Nuova. “E’ un momento storico per la città – ha commentato – . Il Mose è un’opera ingegneristica unica, orgoglio della nostra scienza e tecnologia. Dobbiamo terminare i lavori e metterlo in funzione, sarà il simbolo della resilienza”. I problemi sorti durante le operazioni di sollevamento precedenti hanno consentito di modificare le procedure e correggere gli errori nel software di controllo e nel sistema impiantistico. Per le vibrazioni, in particolare, si è provveduto a installare alcune staffe in modo da dare maggiore stabilità al sistema.