VERSO IL PRIMO GOVERNO DRAGHI

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Inventore del “Quantitative Easing” al tempo in cui è stato Presidente della BCE, il Banchiere italiano di fama e prestigio mondiale, già Direttore del Tesoro e Governatore di BankItalia, ha ricevuto per giovedì la convocazione ufficiale al Quirinale dal Presidente della Repubblica, dopo essere andato fallito l’ennesimo tentativo di ricomporre l’ormai ex maggioranza del dimissionario Conte

Serve un Governo di alto profilo. Con queste parole, di fronte al fallimento definitivo della prospettiva di ricostituire l’ex maggioranza di sostegno al dimissionario Conte irreversibilmente entrata in crisi, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha annunciato la convocazione di Mario Draghi per giovedì al Quirinale: Presidente della Banca Centrale Europea fino al 2019, ruolo nel quale ha inventato il “Quantitative Easing” che ha sottratto i titoli di Stato dell’Eurozona alla speculazione internazionale e consentito all’Italia di risparmiare molti miliardi di euro di interessi passivi, e prima ancora Direttore Generale del Ministero del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia, il nome di Draghi era ricorso in più occasioni e auspici, ed era stato al centro del video messaggio augurale di fine anno di Beppe Ghisolfi, popolare saggista finanziario, Vice Presidente del Gruppo Europeo delle Casse di Risparmio, e da sempre convinto estimatore dello stesso Draghi e del Capo dello Stato Mattarella.
Ghisolfi, nel proprio intervento racchiuso nel video di Capodanno, aveva in sostanza auspicato un passo indietro da parte dei Partiti politici per lasciare spazio a una soluzione istituzionale di rango elevatissimo in grado di farsi garante della sostenibilità del nostro debito pubblico – attraverso il ristabilimento di un clima di fiducia e di prospettiva fra i risparmiatori e fra gli investitori economici e finanziari sul medio e lungo periodo – e in grado di non far perdere all’Italia la storica occasione di rendere al 100 per cento utilizzabili e spendibili, sulla base di progetti coerenti e innovativi, gli oltre 200 miliardi di fondi europei del Recovery Plan. Requisiti che un Governo Draghi possiede in pieno.
Il Quantitative Easing è stata infatti la più importante manovra di politica economica, attuata da un’Autorità al di sopra delle parti e non proveniente dall’agone politico, della quale il nostro Paese abbia beneficiato nel corso degli ultimi anni, conseguendo un risparmio netto sul costo del servizio del proprio debito pubblico, con benefici sul piano fiscale e sulla possibilità di mantenere e consolidare alcuni servizi di utilità collettiva, dalla Scuola alla Sanità. Tanto che Christine Lagarde, nuovo Presidente della BCE subentrata a Draghi in seguito alla naturale conclusione del mandato di quest’ultimo a capo dell’Istituto centrale di Francoforte di governo dell’unione monetaria europea, ne ha fatto il pilastro portante del proprio piano anti pandemico a sostegno degli Stati, come appunto l’Italia ma non solo, più esposti agli effetti del coronavirus.