Verso una nuova politica industriale nel settore farmaceutico italiano

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Partenariato pubblico-privato e investimenti nell’innovazione per affrontare le sfide della sanità nazionale

Padova – Ultima giornata del World Health Forum Veneto, caratterizzata da una serie di incontri e dibattiti di alto livello, dedicata all’analisi del presente e al futuro delle scienze mediche e delle tecnologie che promettono di migliorare la qualità della vita.

L’evento, organizzato a Padova, ha visto la partecipazione di un vasto pubblico, tra cui cittadini, operatori sanitari, pazienti ed esperti, ed è stato promosso da un consorzio di enti e istituzioni tra cui Motore Sanità, la Regione del Veneto, il Comune di Padova, la Camera di Commercio di Padova, la Fondazione Cariparo, l’Università degli Studi di Padova, Veneto Innovazione, il VIMM-Veneto Institute of Molecular Medicine, il Teatro Stabile del Veneto, VenicePromex e l’Agenda Digitale del Veneto 2025.

A prendere la parola per primo durante la tavola rotonda “I dati internazionali OCSE sui volumi di utilizzo e spesa in sanità”, moderata da Luciano Flor, già Direttore Generale Sanità Regione del Veneto, Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità.

L’innovazione sanitaria: motore di crescita economica multisettoriale

“Questo evento si concentra sulla necessità di sviluppare una nuova politica industriale nel settore farmaceutico italiano”, spiega Zanon. “Sebbene l’Italia sia il secondo produttore di farmaci in Europa, manca di molecole o dispositivi innovativi con una forte presenza internazionale.

Affrontare questa sfida richiede una nuova partnership tra settore pubblico e privato, aziende e governo, per ottimizzare l’allocazione dei fondi destinati alla ricerca.

È fondamentale concentrare tali risorse nei centri di ricerca in grado di condurre una ricerca traslazionale e di base che abbia un impatto concreto sul territorio.

Inoltre, è essenziale promuovere l’innovazione in tutte le regioni del Paese, riconoscendo che l’innovazione in sanità non è solo una spesa, ma un vero motore di crescita economica in diversi settori, compreso quello farmaceutico e dei dispositivi medici”.

Politiche di investimento e innovazione nel settore sanitario italiano

“Nel nostro Paese, il dilemma della sostenibilità e del finanziamento del SSN – derivante anche dal dato positivo di un invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle cronicità – è divenuto imponente a causa, principalmente, di sottofinanziamenti, modelli obsoleti e carenze di personale”, precisa Andrea Costa, Esperto in strategie di attuazione del PNRR-Missione 6 Salute, con particolare riferimento agli interventi a livello territoriale, Ministero della Salute.

“In coerenza con i dati che dimostrano che all’incremento delle risorse pro capite dei sistemi sanitari non corrisponde un immediato miglioramento delle prestazioni, il Governo, in totale controtendenza rispetto ai decenni passati, ha dimostrato il coraggio di allocare stanziamenti aggiuntivi alla sanità accompagnandoli a scelte di medio e lungo periodo, per riorganizzare il SSN rendendolo idoneo ad una stabile e continuativa risposta ai bisogni dei cittadini, ovvero in grado di ottimizzare l’esperienza di accesso alla prevenzione, alla diagnosi ed alla cura attraverso il modello assistenziale territoriale e domiciliare di presa in carico.

Tra le diverse azioni già adottate vi sono il rinnovo contrattuale del personale sanitario, l’aggiornamento dei LEA ma anche le diverse politiche e gli investimenti finalizzati a promuovere l’avanzamento tecnologico e digitale del nostro sistema sanitario nazionale, con 1,3 miliardi destinati al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico, 1,5 miliardi alla telemedicina e circa 200 milioni di euro per investimenti per creare piattaforme informatiche nazionali e strumenti digitali di governance”.