«Voterò contro il taglio dei parlamentari la sovranità non si declina su Rousseau»

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«Voterò no e invito tutti a votare no perché è una riforma sbagliata sia nelle modalità che nella filosofia che l`ispira». Ivan Scalfarotto, sottosegretario agli Esteri, esponente di primo piano di Italia Viva e candidato governatore in Puglia del fronte riformista con Azione e +Europa, scende in campo nella battaglia referendaria di settembre, dichiarando la sua opposizione ad un taglio di parlamentari «senza visione»

«L`idea di ridurre il numero degli eletti – spiega Scalfarotto – ha il suo senso, ma deve essere collegata per forza ad una revisione delle norme di funzionamento delle Camere, mentre si tagliano di netto un terzo dei parlamentari, senza alcuna modifica». La posizione del dirigente renziano indica una nuova dissonanza dall`azionista di maggioranza del governo Conte, il M5S, che insieme al Pd (che ha tanti malpancisti all`interno) ha spinto per il cambio di sistema.

Il taglio dei parlamentari non era però una battaglia storica renziana?
«Ma c`era una differenza: volevamo ridurre i parlamentari come conseguenza di una modifica del funzionamento delle due Camere, in prospettiva di efficienza. Il solo taglio dei numeri sarà dannoso. Se in un giornale riduci di un terzo i giornalisti, ma non le pagine, la riforma peggiora il prodotto».

Poi si sofferma sul bicameralismo con un terzo di eletti in meno:
«Seicento eletti faranno quello che ora impegna 915 parlamentari. È la premessa del blocco dei lavori della Camere». Il vulnus è al Senato: «Alcune regioni eleggeranno pochissimi senatori, con una soglia di sbarramento altissima: in certi casi al 20%, con una limitazione della rappresentatività politica e dei territori».

«Il taglio il numero di parlamentari – sintetizza Scalfarotto – è a casaccio. Che messaggio arriva al popolo? Che i parlamentari non servono a niente. Nel 2016 avevamo ridotto con la riforma Renzi i parlamentari, abolendo il Senato che diventava una assemblea di consiglieri regionali, superando il bicameralismo paritario. In questo referendum c`è un messaggio profondo di discredito delle istituzioni repubblicane».

Da qui l`affondo contro la «deriva Rousseau»: «Siamo di fronte a un disegno preciso portato avanti dall`antipolitica, che il M5S sostiene da anni, considerando gli eletti dei “parassiti”. Questo è lo stesso disegno che ha portato Grillo a dire che i parlamentari si potrebbero sorteggiare e ha spinto il giovane Casaleggio a prefigurare che tra qualche anno il parlamento non servirà più». «Il passo successivo – prosegue il politico foggiano – sarà la sottrazione della sovranità popolare al parlamento. E allora dove andrà a finire la sovranità? Le decisioni, secondo i grillini, si prendono su una piattaforma. Per loro gli eletti non sono parlamentari ma portavoce. Si tratta di un attacco alla democrazia parlamentare per come l`abbiamo conosciuta, con un salto nel buio pericoloso».

L`ultima battuta sulle regionali:
«Saremo la grande sorpresa di queste elezioni, come conferma il nervosismo con cui gli altri competitor ci guardano