Yellen verso Pechino, guerra verbale su sovrapproduzione cinese

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Il secondo viaggio in Cina della segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, che si terrà la prossima settimana, non nasce sotto una stella particolarmente favorevole. Da un punto di vista economico-commerciale Washington e Pechino negli ultimi giorni non se le sono mandate a dire.

Ieri il ministero al Commercio cinese ha annunciato di aver fatto ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) contro gli Stati uniti per i sussidi destinati alla produzione di auto elettriche, che per Pechino sono erogati sulla base di requisiti “ingiusti” che violano la concorrenza leale.

La Cina “proteggerà gli interessi delle aziende cinesi coinvolte nei veicoli a nuova energia e un ambiente competitivo equo per l’industria in tutto il mondo”, si legge nella nota del ministero.

L’Inflation Reduction Act americano offre incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici assemblati in Nord America e, a partire dal 2024, i veicoli contenenti componenti di batterie o materie prime provenienti da “entità straniere interessate” non potranno beneficiare dei crediti. Si tratta, insomma, dell’ennesima restrizione nell’ambito della guerra commerciale in corso tra Cina e Stati uniti.

D’altro canto, Yellen stessa ha lanciato – parlando della produzione di componenti per l’energia solare e alternativa in Georgia – un altolà a Pechino per la sua sovraccapacità produttiva. “E’ importante per me e per il presidente (Joe Biden) che le aziende e i lavoratori americani possano competere su condizioni di parità. Abbiamo posto la questione dell’eccesso di capacità nelle precedenti discussioni con la Cina e ho intenzione di renderlo un problema chiave nelle discussioni durante il mio prossimo viaggio lì”, ha detto la segretaria, secondo quanto ha riferito il Fnancial Times.