Allorché primo e unico tra i suoi predecessori si è ritrovato buon ultimo e terzo fra i tre “grandi elettori” votati per lo più dalla maggioranza – il fondatore di “Diventerà bellissima” tenterà di restare abbarbicato alla poltrona. Nonostante le minacce di dimissioni ostentate in aula, nonostante le urla contro gli assessori e gli alleati nel chiuso della stanza del governo dopo la seduta, nonostante il gesto plateale “me ne vado” prima di lasciare Sala d’Ercole, nonostante la diretta Facebook per stigmatizzare le “intimidazioni” dei “disertori” e urlare il suo “me ne frego”. Fa parte della prosopopea del personaggio. Ricade tutto sotto la cappa di una retorica nostalgica del Ventennio che per fortuna non potrà tornare