Quanti sono gli studenti italiani in Erasmus coinvolti nella guerra in Ucraina e cosa succede ora?

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L’invasione russa in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Compresi i cittadini di altre nazioni che attualmente si trovavano in uno dei due Paesi per motivi di studio o lavoro.

Tra loro ci sono anche alcuni studenti universitari italiani che, proprio in questi mesi, stavano partecipando all’Erasmus o ad altri programmi di interscambio simili. Che si sono improvvisamente trovati a dover fare i conti con la gestione di un problema più grande di loro. Perché, sebbene i bandi dei vari progetti prevedano espressamente la possibilità di interrompere l’esperienza per cause di “forza maggiore”, la velocità con cui la situazione è degenerata ha impedito loro di programmare un rientro in patria agevole.

La brutta esperienza dei nostri connazionali in Russia

Negli ultimi giorni – scrive Skuola.net – si sono susseguite le notizie di studenti Erasmus bloccati in Russia: dopo i quattro ragazzi della Luiss di Roma fermi a Mosca che, in seguito, sono riusciti a raggiungere l’Estonia e poi l’Italia, altre due studentesse dell’Università di Sassari hanno avuto difficoltà a lasciare San Pietroburgo. Le giovani hanno preso parte al progetto Ulisse, un programma per la mobilità che le ha portate a studiare nella città russa, ma l’avventura si è trasformata presto in incubo, quando il 24 febbraio le truppe russe hanno invaso l’Ucraina e il Paese è rimasto praticamente isolato dal resto d’Europa a causa del taglio dei collegamenti.

Dopo quattro giorni di voli annullati e passaporti rifiutati si sono rivolte alla Farnesina, che non ha saputo aiutarle. Su consiglio di un amico, le due si sono allora messe in viaggio per Istanbul da dove poi sono tornate in Italia.