Secondo gli studiosi, la durata della vita è inversamente proporzionale al tasso di mutazione somatica delle cellule dell’organismo, sia di un essere umano o di animale. Fino ad oggi, gli scienziati erano convinti che fossero le ‘dimensioni’ la chiave della longevità, con animali più piccoli che bruciando energia più rapidamente, richiedono un ricambio cellulare più rapido, provando un declino più rapido. Questo spiega perchè gli elefanti sono notoriamente longevi, mentre le farfalle muoiono dopo 24 ore.
I ricercatori hanno scoperto che gli esseri umani e gli animali muoiono dopo aver accumulato un numero simile di mutazioni genetiche, suggerendo che la velocità degli errori del Dna è fondamentale nel determinare la durata della vita di una specie. I cambiamenti genetici, noti come mutazioni somatiche, si verificano in tutte le cellule e sono in gran parte innocui, ma alcuni possono avviare una cellula sulla via del cancro o compromettere il normale funzionamento.
Ci sono enormi variazioni nella durata della vita dei mammiferi nel regno animale, dai ratti dell’Asia meridionale, che vivono solo sei mesi, alle balene, che possono sopravvivere per 200 anni. Al contrario, i topi subiscono 796 mutazioni all’anno e vivono solo 3,7 anni. La durata media della vita umana nello studio era di 83,6 anni, ma il tasso di mutazione era di gran lunga inferiore a circa 47.


